La squadra di magistrati italiani guidata dal capo della procura di Roma, Giuseppe Pignatone, ha lasciato la capitale egiziana ed e’ ripartita alla volta di Roma dopo aver incontrato oggi presso la sede della Procura generale egiziana i colleghi locali nell’ambito delle indagini sul caso di Giulio Regeni, il ricercatore scomparso il 25 gennaio nella capitale dell’Egitto e trovato morto il 3 febbraio alla periferia della citta’. Secondo quanto riferito da fonti locali, all’incontro erano presenti solo membri della Procura generale. L’aereo governativo con a bordo i titolari dell’inchiesta sull’omicidio di Giulio Regeni – il ricercatore italiano di 28 anni scomparso il 25 gennaio nella capitale dell’Egitto e trovato morto il 3 febbraio alla periferia della citta’ – e’ atterrato oggi alle 13.35 ora locale all’aeroporto internazionale del Cairo. Pignatone e il sostituto procuratore Sergio Colaiocco sono stati ricevuti al terminal Vip dal cancelliere Kamel Samir, direttore dell’Ufficio per la cooperazione internazionale della procura generale egiziana. Successivamente, i magistrati si sono recati in auto verso l’ufficio di Nabil Sadeq, procuratore generale egiziano.
I procuratori italiani hanno quindi lasciato l’edificio della giustizia egiziana a bordo di alcuni Suv con i vetri oscurati senza rilasciare alcuna dichiarazione. Massimo riserbo anche da parte della autorita’ egiziane, che non hanno voluto commentare ufficialmente l’incontro. Era stato lo stesso Pignatone, una settimana fa, ad annunciare che gli investigatori italiani sono stati invitati al Cairo per essere informati “circa le ultime informazioni raccolte sulla morte dello studente”. Secondo il ministro degli Esteri dell’Italia, Paolo Gentiloni, gli incontri fra i magistrati al Cairo rappresentano “un’occasione importante per dare alla collaborazione sull’omicidio barbaro, tragico del nostro ricercatore un salto di qualita'”. Parlando al suo arrivo al Consiglio Affari esteri dell’Ue di Bruxelles, il capo della diplomazia italiana ha detto che “finora la collaborazione non e’ stata sufficiente”, auspicando che l’incontro “possa almeno cercare di mettere le basi per una collaborazione piu’ intensa e soddisfacente”. Il premier italiano Matteo Renzi ha ribadito in piu’ occasioni che l’Italia non accettera’ “verita’ di comodo” sul caso del giovane ricercatore italiano.
Da ora in poi sara’ il Procuratore Generale della Repubblica d’Araba d’Egitto, Nabil Ahmed Sadek, l’unico interlocutore dei magistrati romani che indagano sull’omicidio di Giulio Regeni, il 28enne ricercatore di origine friulana scomparso al Cairo il 25 gennaio scorso e trovato cadavere otto giorni dopo. Sadek, come si evince da una nota che porta la firma anche del capo della Procura di Roma, Giuseppe Pignatone, ha avocato le indagini fin qui condotte dalla Procura di Giza: sara’ lui, l’equivalente del Procuratore Generale della nostra Corte di Cassazione, a proseguire gli accertamenti. E poiche’ oggi al Cairo tra le due autorita’ giudiziarie c’e’ stato un significativo scambio di “informazioni importanti”, a breve ci sara’ un incontro a Roma fra le polizia egiziane e italiane che si stanno occupando di questo caso giudiziario. “Nel pomeriggio del 14 marzo 2016 – si legge nel comunicato congiunto – il Procuratore generale della Repubblica Araba d’Egitto ha ricevuto nel suo ufficio, su suo invito, il dottor Giuseppe Pignatone, Procuratore capo di Roma, ed il dottor Sergio Colaiocco, sostituto Procuratore, per un incontrofinalizzato a discutere della morte del cittadino italiano Giulio Regeni. Durante l’incontro – prosegue la nota – entrambe le parti si sono scambiate importanti informazioni riguardo il caso Regeni. C’e’ stato uno scambio reciproco di punta di vista riguardanti l’indagine e si e’ concordato che questa sia condotta con grande impegno”. “Entrambe le parti – si legge ancora – hanno inoltre convenuto di incrementare la loro collaborazione diretta ad arrivare a prove concrete e ad arrestare i colpevoli”. “Il procuratore egiziano – conclude il comunicato – ha chiarito alla sua controparte italiana che le indagini egiziane proseguiranno sotto la sua diretta supervisione. Gli italiani, da parte loro, si sono offerti di assistere l’ufficio incaricato in Egitto con informazioni riguardo l’accaduto. Un fatto questo che e’ stato molto apprezzato dall’ufficio incaricato in Egitto. Entrambe le parti hanno convenuto un incontro fra le polizie. Il vertice avverra’ molto presto a Roma”. (AGI)