Comunità Italiana

Renzi “piu’ soldi alle pensioni minime”

Più soldi alla fine del mese alle persone che percepiscono pensioni minime: è una delle misure della prossima legge di stabilità, come annunciato dal premier, Matteo Renzi, nel corso di Porta a Porta. “Metteremo più denari in tasca a chi di pensione prende poco”, ha sottolineato il presidente del Consiglio. “Noi abbiamo dato il primo anno ottanta euro” a chi aveva meno di 1.500 euro al mese, “l’anno dopo lo abbiamo fatto per le forze dell’ordine e l’esercito. Gli ottanta euro e’ una misura che cerchiamo di dare come messaggio di equita'”, ha aggiunto il premier.

Sempre sul tema delle pensioni Renzi ha spiegato che oltre a “dare una mano a chi ha la pensione minima”, bisogna “trovare il modo di agevolare chi vuole andare in pensione e gli mancano due o tre anni. Una sorta di scivolo”. “Tutti quelli che stanno tre anni prima della pensione, se accettano, possono decidere autonomamente se andarsene”, ha spiegato il premier. “Loro non tirano fuori una lira. Rinunciano a una quota di venti, trenta euro e vanno in pensione un anno prima”, ha spiegato il premier.

Dimissioni? Non ci ripenso, ma non parlo – Sulle dimissioni e l’addio alla politica nel caso di vittoria del No al referendum costituzionale, “non ci ho ripensato, ma siccome in tanti mi hanno detto che non dovevo personalizzare il referendum, ho detto solo che non parlo piu’ del mio futuro. C’e’ tanta gente che si preoccupa del futuro dell’Italia”, ha spiegato Renzi. “Il referendum lo vinceremo, non parlo di quello che succedera’ a me in caso di sconfitta. Mi hanno solo detto di parlare del merito”. “Con questa riforma”, ha insistito il premier, “non si riducono gli spazi della politica, si riducono solo le poltrone”.

Banche, politica ha fatto impicciona ora regole – “Sulle banche la politica ha fatto l’impicciona. La stampa ha dormito, come tutti i giornalisti che non si sono accorti di quello che succedeva. Allora il Pd non c’era, ma non ho dubbi che c’era la sinistra. A me non interessa andare nella guerra nel fango di tutti i giorni, ma oggi i politici non mettono piu’ il naso nelle banche popolari perche’ grazie a noi sono cambiate le regole”, ha sottolineato Renzi. “Il nostro compito e’ fare quello di cui gli altri hanno chiacchierato senza realizzare. Sulle quattro banchette abbiamo fatto cio’ che le regole che l’Unione Europea aveva dato e se noi l’avessimo rotte il giorno dopo non riaprivano le banche. Chi ha messo i soldi in banca non li ha persi, chi ha fatto delle operazioni per cui prendevano il sei o sette per cento.. .erano investitori, non correntisti”. (AGI)