Renzi fa riferimento al “bonus cultura” per i diciottenni (classe 1998, italiani o stranieri comunitari residenti, esclusi gli extracomunitari), un provvedimento di quanto era presidente del Consiglio, finito al centro di una polemica pochi giorni prima per un servizio di Striscia la Notizia.
Il servizio, citato anche dallo stesso Renzi, testimoniava come alcune librerie, in maniera fraudolenta, invece di elargire materiale didattico per un valore di 500 euro trovassero un accordo con i ragazzi, convertendo il bonus in denaro e trattenendo per sé una percentuale anche del 50%.
I dati
Al di là dei casi di cronaca, verifichiamo dunque i dati citati da Renzi.
Il Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo (Mibact) riceve periodicamente aggiornamenti dalla società che gestisce l’applicazione “18app”, con cui viene erogato il bonus cultura. L’ultimo aggiornamento, secondo quanto ci hanno riferito gli uffici del Ministero, risale al 15 maggio e riporta i seguenti dati:
Sono 341.761 i ragazzi che finora si sono registrati su 18app.
I bonus spesi in negozi online ammontano a un totale di € 32.906.504, spesi nel 78% dei casi per libri e nel 18% per concerti.
I bonus spesi in negozi fisici ammontano a un totale di € 25.043.021, spesi nel 76% dei casi per libri e nel 18% per cinema.
Dunque Matteo Renzi dà delle cifre quasi corrette, anzi leggermente al ribasso, in particolare sulla percentuale di bonus utilizzati per acquistare libri (più del 75%, invece che il 70% come da lui sostenuto).
Non è tuttavia preciso nel sostenere che i diciottenni abbiano “utilizzato” il bonus, in quanto se è vero che si sono registrati, non è sempre vero che abbiano già speso il bonus (hanno tempo fino a fine anno).
È un successo?
È presto per dire se l’esperimento del bonus cultura sia un successo o meno, ma questi dati sono abbastanza incoraggianti.
I destinatari erano infatti circa 570 mila. Quindi ha finora riscosso il bonus il 60% degli aventi diritto. Una prestazione discreta, che oltretutto potrebbe migliorare da qui al 30 giugno, quando il termine – che già è stato prorogato – dovrebbe scadere, salvo ulteriori dilazioni.
C’è invece tempo fino al 31 dicembre 2017 per spendere i bonus riscossi, e questo forse spiega – almeno in parte – perché dei 290 milioni (v. art. 1 comma 980) stanziati dal governo nel 2016 ne siano stati spesi circa 58 (il 20%).
Infine, deve ancora essere varato il Dpcm che attui la previsione contenuta nella legge di bilancio per il 2017 (v. art. 1 comma 626), che estende il bonus anche ai nati nel 1999. (AGI)