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Rogo del Corano, la condanna di Obama “Non diamo un prestesto ad Al Qaeda”

Polemiche e preoccupazioni per l'iniziativa annunciata da un pastore della Florida in occasione del IX anniversario dell'11 settembre. Interviene il presidente americano che stigmatizza l'iniziativa. Ieri la condanna del Vaticano. Oggi una lettera alla Casa Bianca dal presidente indonesiano. Petraeus, capo delle forze armate in Afghanistan: "Avrebbe conseguenze gravissime". L'India chiede il black out mediatico sulla vicenda. E i fondamentalisti si organizzano: "E noi bruceremo le bandiere a stelle e strisce davanti alle ambasciate americane nel mondo"

ROMA – Non si arrestano le polemiche e le preoccupazioni per la provocazione annunciata dal pastore fondamentalista della Florida, Terry Jones, che sabato prossimo, 11 settembre, ha intenzione di bruciare una copia del Corano in occasione delle commemorazioni per gli attentati del 2001. Alla condanna dei leader di tutte le religioni, di capi di Stato e del presidente americano Barack Obama si è aggiunta ieri quella del Vaticano ma il pastore ha ribadito di non aver alcuna intenzione di cambiare idea. E oggi è Barack Obama a intervenire. Il presidente Usa condanna l'iniziativa e avverte: non diamo un pretesto ad Al Qaeda. E non mettiamo a rischio i nostri soldati.

A quello di Obama si aggiunge il monito del generale Petraus, comandante delle forze armate in Afghanistan, secondo il quale un gesto simile avrebbe per gli Stati Uniti lo stesso effetto delle foto degli abusi sui detenuti del carcere di Abu Ghraib. E intanto un'altra voce si aggiunge all'appallo per fermare Jones: quella del presidente indonesiano, che chiede a Obama di impedire al pastore di potrare a termine il suo proposito. E alcuni gruppi fondamentalisti minacciano: "E noi bruceremo le bandiere americane".

L'appello di Giacarta. Il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono ha inviato a Barack Obama una lettera in cui chiede di adottare provvedimenti per impedire il gesto del pastore Jones, "un progetto – si legge nella missiva – che suscita molte preoccupazioni perché potrebbe scatenare un conflitto in ambito  religioso". Nella lettera Yudhoyono rammenta che Indonesia e Stati Uniti stanno costruendo un ponte tra Islam e Occidente e che se le copie del Corano venissero davvero bruciate "i nostri sforzi sarebbero vanificati".

Petraeus: "Si rischiano conseguenze gravissime". Le immagini del Corano in fiamme avrebbero per gli Stati Uniti lo stesso dannoso effetto delle foto degli abusi sui detenuti nel carcere di Abu Ghraib. Ad affermarlo è stato il generale americano David Petraeus, comandante delle forze americane in Afghanistan, che è tornato nuovamente a condannare la prevista inziativa di un pastore protestante della Florida, deciso a bruciare una copia del Corano in occasione dell'anniversario dell'11 settembre. "Temiamo che le immagini del Corano in fiamme vengano usate nello stesso modo con il quale gli estremisti usarono le immagini di Abu Ghraib – ha detto il generale in un'intervista alla rete televisiva Nbc –  verrebbero usate da chi ci augura del male, per incitare alla violenza e infiammare l'opinione pubblica contro di noi e la nostra missione in Afghanistan, così come in altre nostre missioni nel mondo".

La condanna dell'India. Anche l'India condanna l'iniziativa e invita i media nazionali a non diffondere la notizia dell'evento. "Le autorità americane hanno energicamente condannato le dichiarazioni del pastore – ha detto il ministro indiano dell'INterno, Chidambaram – i leader religiosi del mondo intero hanno condannato il suo progetto, lo condanniamo anche noi. Speriamo che le autorità americane agiscano in modo vigoroso per evitare che tale oltraggio sia commesso e, nell'attesa, invitiamo i mass media a non pubblicare o diffondere immagini di quest'atto deplorevole".

I fondamentalisti: bruciare le bandiere a stelle e strisce. Bruciare le bandiere americane davanti alle ambasciate Usa nel mondo. Questa l'iniziativa lanciata da alcuni gruppi radicali islamici e annunciata dall'ex capo del gruppo radicale Islam4UK, Anjem Choudary. Che ha già chiamato all'appello i leader di altri gruppi islamici in Belgio, Svizzera, Indonesia".

Parigi, il rettore della grande moschea invita alla calma. Un appello a "non cedere alla provocazione" è arrivato da Dalil Boubakeur, rettore dell'Istituto musulmano della Grande Moschea di Parigi, che ha invitato a non reagire all'iniziativa del pastore JOnes. "Chiedo ai miei correligionari di non cedere alla provocazione e di rispondere con saggezza, esprimendo compassione – ha detto Boubakeur – l'11 settembre è una data che addolora e rattrista tutta l'umanità, perché prendersela con i musulmani? Gli autori della strage erano terroristi, gente spregevole che non rappresenta in alcun modo l'opinione dei musulmani".

Fonte: www.repubblica.it