{mosimage}Partita da Chicago l'iniziativa a favore della liberazione della giornalista irano-americana arrestata a Teheran
NO ALL'ARRESTO – L’iniziativa, promossa da professori e studenti dell’Università di Chicago (la NorthWestern) dove Roxana si è laureata in giornalismo nel 1999, si unisce allo sciopero della fame simbolico di quattro membri di «Reporters Sans Frontières» iniziato martedì 28 aprile. Entrambi mirano a fare pressione sulle autorità iraniane per ottenere il rilascio della giornalista irano-americana di 32 anni arrestata a Teheran lo scorso 31 gennaio e condannata a 8 anni di carcere per spionaggio in favore degli Stati Uniti.
SCIOPERO DI 12 GIORNI – Roxana, in attesa del processo d’appello (data non ancora fissata), ha iniziato il 21 aprile uno sciopero della fame, secondo il padre Reza Saberi. La magistratura di Teheran ha negato che stia digiunando, ma il padre sostiene che ha perso quasi cinque chili. Entrambe le iniziative mirano a «prendere il suo posto», anche per convincerla a smettere di digiunare. «Ex star della squadra di calcio, Roxana è forte, in salute e determinata, ma deve conservare le forze nella nota prigione di Evin – scrivono i suoi sostenitori su FreeRoxana.net —. Digiuniamo per Roxana in modo che non debba farlo lei». Il sito invita volontari di tutto il mondo ad aderire. Lo sciopero della fame durerà 12 giorni: ognuno digiuna per 24 ore, ingerendo soltanto bevande zuccherate. Ogni giorno viene indicato sul sito il nome di chi lo fa, del luogo in cui vive e (facoltativo) un breve messaggio. Tra i 52 volontari del primo giorno, ci sono: Shyquyna El-Hunt, «musulmana americana» che vive in Maryland; Daryoush Khavarian di Teheran («È innocente, è una vittima dei mullah»); Marta Marvilly da Venezia; David Ellison («reporter recentemente licenziato, appoggio la libertà di stampa»); Zohreen Adamjee in California («Anch’io voglio lavorare come reporter internazionale un giorno»).
Fonte: www.corriere.it