Scontri con polizia, cariche e lacrimogeni. Prestigiacomo bloccata in mezzo alla folla davanti al Bella Center
COPENAGHEN – Sale la tensione a Copenaghen nella terzultima giornata dei negoziati sul clima. No global e ambientalisti sono scesi di nuovo in piazza e hanno marciato fin dentro il Bella Center. All'esterno sono in atto violenti scontri con la polizia, che fa un uso massiccio di manganelli e lacrimogeni. Circa 230 le persone fermate dalla polizia. Gli attivisti di alcune Ong, soprattutto Friends of the Earth, hanno trascorso la mattinata seduti in circolo proprio all'ingresso del centro congressi sede del vertice Onu sul clima. Nonostante abbiano regolari pass, sono stati bloccati agli accessi interni. Intanto nel grande salone che porta alle delegazioni un altro gruppo di dimostranti con tamburi e cori ha dato vita a una manifestazione spontanea. Il numero degli accessi per le Ong è contingentato: mercoledì 7mila entrate concesse, giovedì mille.
BLOCCATA LA PRESTIGIACOMO – Anche il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo è rimasta bloccata all'ingresso del Bella Center, la sede del vertice Onu sul clima e non riesce ad entrare. Dopo aver girato in auto per trovare un varco, è davanti al centro dove la confusione è totale. È stata a lungo in mezzo alla folla e nonostante siano stati allertati organi istituzionali e di polizia nessuna autorità è intervenuta. Il ministro ha annunciato una protesta formale.
SCONTRI CON LA POLIZIA – Davanti al Bella Center ci sono scontri tra polizia e manifestanti, sotto una fitta nevicata e con un freddo intenso. Gli agenti si sono disposti su tre file, separate da jeep e furgoni, alla fine dello schieramento stazionano le unità cinofile. Cariche a raffica contro i gruppi che tentano di entrare nella "zona rossa", riuscendo in alcuni casi a scavalcare le barriere di protezione. Alcuni manifestanti sono riusciti a salire sui tetti dei furgoni della polizia. Da entrambi gli schieramenti vengono lanciate bombolette con gas urticanti e lacrimogeni. La polizia sembra avere preso il controllo della situazione, intervenendo con estrema durezza nei confronti dei piccoli gruppi di manifestanti che ancora non si sono allontanati e che cercano di raggiungere il Bella Center attraverso i ponticelli che scavalcano il canale che corre intorno all'edificio.
COLPITI E AMMANETTATI – Una ventina di manifestanti sono stati circondati dagli agenti, che hanno chiuso il gruppo, con un'azione a tenaglia e stanno facendo uso massiccio di manganelli. Le urla dei manifestanti, colpiti e costretti e sdraiarsi a terra, si sentono a diverse decine di metri di distanza. Decine di persone, con i polsi serrati dietro la schiena da manette di plastica, sono state caricate su furgoni e portate via. Un operatore televisivo è stato ferito da una bottiglietta lanciata dal corteo, che lo ha colpito in pieno viso. Molti anche coloro che protestano pacificamente, con vestiti che rappresentano animali. In prima fila, a ridosso degli agenti, ci sono i «white bloc», che indossano tute bianche e hanno fiori infilati tra i capelli. Disagi per chi si sposta in città: è stata chiusa una fermata della metropolitana e molti bus sono deviati o sospesi.
VERTICE BLINDATO – È dunque sempre più blindata la conferenza Onu sul clima, mentre sono attesi 110 capi di Stato e di governo, tra cui Barack Obama, per le fasi finali del negoziato. Intanto alla presidenza del vertice c'è stato un cambio della guardia: fino a venerdì toccherà al primo ministro danese Lars Rasmussen dirigere i lavori della sessione di alto livello della Conferenza Onu. Lascia quindi la guida delle sessioni informali il ministro dell'ambiente danese Connie Hedegaard, che diventa commissario Ue al clima. Le dimissioni, ha sottolineato un portavoce, erano previste e non hanno alcun significato polemico o politico.
Fonte: www.corriere.it