Non piu’ solo bandiere verdi con tanto di Alberto da Giussano e di Va, pensiero di Giuseppe Verdi. Cambia veste l’annuale raduno leghista di Pontida: innanzitutto sara’ una tre giorni e non piu’ solo una kermesse di 24 ore (dal 16 al 18 settembre, i pontieri del Carroccio e FI stanno lavorando affinche’ le date non coincidano con la kermesse di Parisi). Ma soprattutto non sara’ solo la festa dell’orgoglio padano. Per la prima volta le porte saranno aperte a tutti (la prima edizione risale al 20 maggio 1990), perfino a FI, fanno sapere fonti della Lega, qualora il partito azzurro volesse replicare la foto di Bologna.
Gli inviti ancora devono essere recapitati ma l’orientamento, riferiscono fonti interne del Carroccio, e’ quello di invitare sul palco gli alleati. In primis Giovanni Toti, Raffaele Fitto e Giorgia Meloni. Ovvero la generazione dei quarantenni che dovrebbe guidare il nuovo contenitore ancora tutto da costruire. Una aggregazione delle forze di destra, antirenziana senza se e senza ma.
L’appuntamento di Pontida verra’ preceduto dalla manifestazione a Ferragosto di Ponte di Legno: Salvini che verra’ intervistato a tutto campo da Del Debbio lancera’ gia’ in quell’occasione il progetto della Lega dei popoli. Un nuovo soggetto politico che guardera’ anche al centro-sud, con l’apporto dei leader di Fdi e Cor. E che – questo il cambio di marcia – non vedra’ piu’ come ‘stella polare’ la politica lepenista del Front national. L’ambizione e’ quella di costruire una alternativa di governo, che guardi al popolarismo di Orban, alla politica sul’immigrazione della destra austriaca, ai conservatori inglesi, che si contrapponga comunque alla linea della Merkel. Attraverso un programma di governo che questa sera il leader del Carroccio portera’ a Berlusconi e che prevede anche il vincolo del mandato per evitare – sottolineano nel Carroccio – cambi di casacca e altri casi Alfano-Verdini. La visita al Cavaliere, la prima dopo la sua operazione al cuore, non e’ solo una testimonianza di affetto. E’ anche un tentativo per costruire un ponte, per evitare una rottura, accorciare le distanze emerse prima e soprattutto dopo le amministrative, per capire qual e’ la strada che il Cavaliere – dopo la nomina di Parisi al rilancio di FI – intende percorrere.
Al momento non c’e’ stato alcun contatto tra il leader del Carroccio e l’ex direttore generale di Confindustria. “Sull’immigrazione, sulle imprese, su tanti punti Parisi e Salvini sono d’accordo, il rapporto e’ buono”, dice Armando Siri, consigliere economico della Lega e ideologo della Flat Tax al 15%. Questa sera in ogni caso Salvini chiedera’ a Berlusconi di unire le forze per mandare a casa Renzi con il referendum, di evitare – qualora il premier – dovesse perdere l’appuntamento di novembre – la nascita di un governo di scopo, “perche’ – sottolineano fonti parlamentari del Carroccio – la legge elettorale si puo’ cambiare anche in un mese”.
La Lega, pero’, deve affrontare anche le divisioni interne con Maroni che intende sedersi subito al tavolo di Parisi e con una larga fetta del partito che chiede a Salvini di cambiare registro, andare avanti con gli argomenti da tempo cavallo di battaglia del partito di via Bellerio, ma con altri toni. “Ma Salvini e’ stato scelto da Maroni”, sottolinea Bossi. “Il problema e’ che dobbiamo recuperare gli elettori, non concentrarci su polemiche e dissidi tra di noi”, spiega uno dei fedelissimi di Salvini. Per quanto riguarda le alleanze l’obiettivo di chi sta tentando di ricucire lo strappo con FI, e’ proprio quello di evitare che il centrodestra si divida senza convergere al momento delle elezioni. Anche se dipendera’ proprio dal sistema di voto la possibilita’ che le due strade, quella di FI con il rafforzamento dell’area moderata, e quella leghista con la creazione di un polo identitario con Toti e il blocco delle regioni Lombardia-Veneto-Liguria, possano incontrarsi. (AGI)