Accusato da «Gianpi» Tarantini, deve rispondere di associazione per delinquere e turbativa d'asta
BARI – L’ex vicepresidente della giunta regionale pugliese Sandro Frisullo (Pd) è stato arrestato e condotto in carcere su disposizione della magistratura barese nell’ambito delle indagini sulla gestione della sanità pugliese. L’indagine si avvale anche delle dichiarazioni accusatorie rilasciate dall’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini
L'ACCUSA – I reati contestati nell’ordinanza emessa dal gip Sergio Di Paola sono associazione per delinquere finalizzata a commettere un numero indeterminato di reati contro la Pubblica amministrazione e contro la fede pubblica e turbativa d’asta. Il primo reato fa riferimento all’attività svolta dalla Asl di Lecce, in particolare nella gestione delle gare e delle trattative per l’acquisto di attrezzature sanitarie e strumentari chirurgici e per l’affidamento dei servizi da espletare nell’ambito delle relative strutture sanitarie.
SHOPPING E PULIZIE GRATIS – Una gestione che gli investigatori ritengono sia stata attuata avvantaggiando le società dei fratelli Tarantini. Per quanto riguarda la turbativa d’asta, il gip ha riconosciuto che Frisullo si adoperava per accreditare i fratelli Tarantini per far ottenere alle aziende a loro riconducibili commesse in cambio del pagamento di somme di danaro in contanti, favori di natura sessuale e altri vantaggi patrimoniali, come l’uso di autovettura e autista, acquisiti presso esercizi commerciali, fino a servizi di pulizia nella propria abitazione.
ALTRI TRE ARRESTI – Il provvedimento restrittivo notificato all’ex vicepresidente è anche a carico di altre tre persone – medici e funzionari della Asl salentina – che avrebbero concorso con l’ex amministratore regionale nella commissione, a vario titolo, dei reati contestati a Frisullo. Arrestati il direttore amministrativo dell’Asl di Lecce, Vincenzo Valente, il primario di neurochirurgia dell’ospedale leccese Vito Fazzi, Antonio Montinaro, e il funzionario dell’Area Gestione Patrimonio della stessa Asl Roberto Andrioli. Secondo quanto si è appreso, al momento dell’arresto Valente è stato colto da un malore ed è stato condotto al pronto soccorso. Nei loro confronti, come nei confronti dell’ex vicepresidente della Regione, la procura ritiene di aver raccolto gravi indizi che si basano non solo sulle dichiarazioni di Gianpaolo Tarantini, ma anche su intercettazioni telefoniche, sull’esame di un’ampia documentazione acquisita presso Asl e ospedali e sull’audizione di numerose persone informate dei fatti. Per Frisullo e per Valente il Gip ha disposto la misura cautelare in carcere; per gli altri due ha concesso i domiciliari.
IL SOGNO LECCESE – «Voglio fare il business su Lecce»: così Tarantini dice al telefono a Frisullo. Quest'ultimo risponde all'amico «Gianpi» indicando i nomi di alcune persone a cui si sarebbe potuto rivolgere a suo nome. Il gip Di Paola ha ritenuto che l'ex amministratore possa reiterare i reati che gli vengono contestati, oltre al pericolo di inquinamento probatorio. Questo – secondo il giudice – è provato da altre intercettazioni telefoniche dalle quali emergerebbe che Frisullo avrebbe potuto continuare nell'attività illecita. Oltre ai quattro arrestati, sono indagati a piede libero altri tre funzionari della stessa Asl e i fratelli Gianpaolo e Claudio Tarantini. Per questi ultimi due la procura non ha chiesto gli arresti perché essi stanno collaborando da tempo alle indagini delegate alla Guardia di Finanza.
LE PAROLE DI GIANPI – L’ex vicepresidente avrebbe ottenuto soldi e prestazioni sessuali con escort dall’imprenditore barese Tarantini in cambio di un suo impegno per sbloccare i mandati di pagamento per le forniture di protesi e di materiale sanitario che le società della famiglia Tarantini avevano fatto alle Asl. Emerge dagli interrogatori, in parte secretati, a cui è stato sottoposto da novembre l’imprenditore da parte dei tre magistrati del pool sanità.
IL SISTEMA – Il «sistema Tarantini», quello ideato dall’imprenditore barese, – secondo l’accusa – tra il 2008 e il 2009, con la complicità di funzionari delle Asl, ha consentito a «Gianpi» di pilotare e vincere appalti per la fornitura di protesi e di materiale sanitario, fatti questi che nei mesi scorsi hanno portato all’arresto di funzionari dell’azienda sanitaria accusati di essere stati corrotti da «Gianpi». Frisullo – a quanto trapela – sarebbe l’unico politico della giunta di centrosinistra guidata da Vendola tirato in ballo.
VIA DALLA GIUNTA – Il nome dell’ex vice-governatore era già uscito nel luglio 2009 e gli costò il posto nel governo regionale di Nichi Vendola. Dai verbali emerge che «Gianpi» – da quattro mesi gli arresti domiciliari a Roma per la vicenda dei coca-party organizzati nell’estate del 2008 in Sardegna, – sta collaborando attivamente con gli inquirenti. Ai magistrati ha svelato il modo in cui riusciva a pilotare gli appalti corrompendo i funzionari della Asl che si adoperavano per truccare le gare (due sono stati recentemente arrestati), ma anche gli strumenti con cui si è ingraziato, tra il 2007 e l’inizio del 2009, il vice-governatore della Puglia. In cambio dei «doni» ottenuti, Frisullo si sarebbe attivato per sollecitare e sbloccare i mandati di pagamento per le forniture di protesi e di materiale sanitario che le società «Tecno Hospital» e «System Medical», della famiglia Tarantini, avevano fatto alla Asl Bari guidata da Lea Cosentino, soprannominata «lady Asl», che da un mese è agli arresti domiciliari per falso e peculato.
Fonte: www.corriere.it