Comunità Italiana

Santi subito!

La Chiesa cattolica ha due nuovi santi: Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II

Una moltitudine di fedeli, pellegrini, turisti arrivati da ogni parte del mondo (tantissimi i brasiliani!) si è riversata a Roma per partecipare alla solenne cerimonia di canonizzazione di due grandi pontefici: Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.
E’ toccato a Papa Francesco, il più popolare di tutti i papi che si sono succeduti sul trono di Pietro, celebrare a Piazza San Pietro la santificazione di questi due suoi predecessori, ancora oggi nel cuore di tanti cattolici in ogni parte del mondo.
Papa Giovanni, Papa Giovanni Paolo II, Papa Francesco: tre figure diverse, ma accomunate dal grande affetto e dalla grande simpatia che hanno saputo creare intorno alle loro figure ed all’istituzione che loro stessi rappresentavano.
La vita di ognuno di noi, in qualche misura e in maniera diversa, è stata segnata dalla presenza e dalla vita dei vari “capi” che si sono succeduti alla guida della Chiesa di Roma.
Per me, ad esempio, entrambi i nuovi santi proclamati dalla Chiesa cattolica – Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II – hanno avuto un ruolo del tutto particolare, sia per ciò che hanno fatto, che per alcuni episodi legati alla loro storia umana e religiosa.
Sono nato nel 1963, pochi mesi dopo la morte di quello che già allora tutti avevano ribattezzato il “Papa buono”, ad enfatizzare il suo tratto mite e la dolcezza del suo modo di fare e di parlare. Un Papa “buono” ma a suo modo “rivoluzionario”; in realtà sarebbe stato più giusto ribattezzarlo “il Papa del Concilio”, considerando che nei pochi anni del suo pontificato si fece promotore ed inaugurò il grande “Concilio Vaticano II”. Grazie a quella grande intuizione la Chiesa si aprì finalmente al mondo, pose fine a riti obsoleti come la messa in latino e – soprattutto – fece la scelta privilegiata dell’evangelizzazione tra la gente e con la gente, affidando ai laici (e non più solo al clero) crescenti responsabilità ed un ruolo importante all’interno della stessa comunità ecclesiale.
Avrei poi incontrato quella Chiesa, rinnovata e rigenerata, pochi anni dopo, quando da giovane studente liceale mi trovai ad organizzare il “Movimento Studenti di Azione Cattolica” della mia città e – qualche anno dopo – a comandare la stessa organizzazione a Roma, con la responsabilità di Presidente Nazionale.
Fu allora che ebbi la straordinaria esperienza dell’incontro con Giovanni Paolo II, personalità contraddittoria e sicuramente complessa, ma indubbiamente segnata e orientata da una fede forte e incrollabile; fede nell’uomo prima ancora che nel Cristo risorto, fede nella forza e nel coraggio delle idee e dei valori, nel messaggio perenne e inconfondibile del Dio che si fece uomo.
Ho accompagnato la lunga traiettoria umana e religiosa di Giovanni Paolo II fino al giorno della sua morte, avvenuta (altra coincidenza per me indimenticabile) il giorno dopo quella di mio padre; entrambi erano ricoverati al Policlinico “Gemelli” di Roma e per me quei giorni di sofferenza, ma anche di preghiera, del 2005 rappresentano ancora oggi un riferimento indelebile e fondamentale, un punto di arrivo e di partenza per la mia vita di uomo e di cristiano.
La grandezza di un uomo o, per chi ci crede, la sua “santità”, va commisurata proprio alla capacità che queste persone hanno avuto di incidere sulla vita e sull’esistenza di milioni di persone e non solo sui cosiddetti “miracoli”; nella mia vita ho potuto riscontrare questi parametri incrociando e incontrando i due grandi papi del secolo scorso: San Giovanni XXIII e San Giovanni Paolo II.
L’umanità ha ancora bisogno di questo genere di santità, della testimonianza (non solo religiosa, ma anche civile e laica) di figure come queste, in grado di trasmettere al mondo messaggi universali e condivisi, solidali e forse anche rivoluzionari.
Papa Francesco, il Papa del nuovo secolo, è l’ultimo di questi “santi moderni”: è a Roma da poco più di un anno e ci ha già conquistato con il suo stile semplice e diretto. Sono certo che la vita di tutti noi sarà segnata in modo indelebile anche dalla sua santità; il mondo tutto ne avrà bisogno e gliene sarà sicuramente grato.