Comunità Italiana

Santoro: «Non tollererò più insulti» Il Cda: «Annozero fazioso e intollerante»

Il conduttore dopo le polemiche per la puntata su Gaza: «Siamo scomodi per il sistema politico»

 

{mosimage} ROMA – Ha scritto una lettera al cda della Rai per rispondere alle accuse, ma ha ricevuto una bacchettata dallo stesso Consiglio di amministrazione. Michele Santoro ancora al centro delle polemiche dopo la puntata di "Annozero" di giovedì scorso (durante la trasmissione, dedicata al conflitto su Gaza, Lucia Annunziata aveva abbandonato lo studio in diretta, dopo uno scontro con il conduttore – guarda il video)

LA LETTERA – «Non è mia abitudine replicare a chi commenta le nostre trasmissioni – esordisce il giornalista – e ritengo, anche in questa circostanza, di non rinunciare a questo mio comportamento. Tuttavia nel florilegio di dichiarazioni che hanno fatto seguito ad "Annozero", a volte assumendo le forme del linciaggio, sono completamente scomparsi i contenuti del nostro lavoro. Siamo stati definiti terroristi, portavoce di Hamas, giornalisti spazzatura. Senza che questi insulti suscitassero adeguate reazioni». Santoro aggiunge poi che non tollererà più di essere insultato, con la sua redazione e per il suo lavoro, nello studio di "Annozero". Definisce anche l'intervento dell'Ambasciatore dello Stato d'Israele, Gideon Meir, «una grave interferenza nella libertà d'espressione del nostro Paese». «Purtroppo, siccome siamo scomodi per il sistema politico – scrive Santoro – è invalsa l'abitudine di entrare nel nostro studio non per discutere o argomentare ma per insultarci. Tanto non si rischia niente. Io questo non l'ho tollerato la scorsa settimana e non lo tollererò nelle settimane a venire».

CDA RAI – Ma a Santoro arriva la dura critica del consiglio di amministrazione della Rai: «La trasmissione di "Annozero" del 15 gennaio ha peccato di intolleranza e faziosità – afferma il Cda. – A nessuno, tanto più a chi opera nel servizio pubblico, può essere negato di esprimere il proprio punto di vista, ma questo deve tener conto e rispettare anche il punto di vista degli altri». Nello stesso tempo, però, «il Consiglio sottolinea che nel suo complesso l'informazione della Rai sul conflitto è completa ed equilibrata; rileva che di fronte al racconto e all'approfondimento delle ragioni di crisi internazionali così drammatiche, agli autori, ai giornalisti e ai conduttori del servizio pubblico è richiesto un più alto senso di responsabilità e di attenzione».

ARMA IN EREDITA' – In serata arriva la contro-replica del conduttore. «Il Presidente Petruccioli e il Consiglio di amministrazione della Rai – osserva Santoro – mi attaccano pubblicamente senza motivare i loro pesanti giudizi e senza muovermi precisi addebiti sui contenuti della trasmissione. "Annozero" ha fotografato la tragedia dei bambini di Gaza, definiti da Benedetto XVI "vittime innocenti di una inaudita violenza", senza però mancare di dar conto delle ragioni degli israeliani». «Di conseguenza – attacca Santoro – un Consiglio in scadenza non decide alcuna sanzione nei miei confronti, togliendomi di fatto il diritto a difendermi nelle sedi competenti, ma redige una scomunica a futura memoria. È come se il Presidente Petruccioli e il Consiglio di amministrazione avessero caricato un’arma per lasciarla in eredità ai loro successori, senza avere il coraggio di tirare il grilletto. In queste condizioni un dipendente viene contemporaneamente delegittimato e mandato in onda per raccogliere i proventi pubblicitari. Un vero editore non potrebbe mai comportarsi in questa maniera».

«NULLA DI CUI ESSERTI RICONOSCENTE» – «Sarebbe molto meglio, anche per te, se tu non stessi fremente in attesa dello sparo risolutore e disvelatore. Da me non arriverà mai; non per viltà come tu accusi, ma per come sono. E non credo ci sia nessuno disposto a tirare quel grilletto»: è un passaggio della lettera che il presidente della Rai Claudio Petruccioli ha inviato a sua volta a Michele Santoro. «Per quel che mi riguarda – ha scritto ancora Petruccioli – sono orgoglioso di aver fatto parte di un Cda che, nei suoi primi mesi di vita, nell'autunno del 2006, ha deciso il tuo rientro in azienda e il reinserimento nei palinsesti della tua storica trasmissione». Anche in merito a queste parole la replica del giornalista-conduttore non tarda ad arrivare: «Gentile Presidente, non ho niente da aggiungere a quanto già detto. Tuttavia dovresti sapere che non hai mai deciso il mio rientro in Azienda»: così inizia la replica di Santoro a Petruccioli. E il giornalista dice di non avere nulla di cui essergli riconoscente. «Prima di tutto – spiega Santoro – perché non ho mai smesso di farne parte. In secondo luogo perchè senza le mie dimissioni dal Parlamento Europeo, in seguito alla trasmissione di Adriano Celentano, sarei ancora in aspettativa. Ti ricordo che hai presentato appello contro la sentenza della Magistratura che ci reintegrava nel nostro posto di lavoro. Questi sono i fatti».
 
Fonte: www.corriere.it