Un uomo ha raccontato ai carabinieri di aver visto poco prima della scomparsa della quindicenne un'auto passare vicino a casa Scazzi, poi ripartire velocemente in direzione contraria. Oggi lo zio della ragazza sarà ascoltato dai pm sul giallo del telefonino
C’era un’auto che si aggirava in via Sanzio proprio nei minuti in cui Sarah Scazzi svaniva nel nulla. Agli inquirenti lo ha raccontato un testimone, che quel pomeriggio del 26 agosto era in via Pirandello. Lui, poco dopo le 14, aveva parcheggiato proprio nella stradina che incrocia la via in cui Sarah sarebbe stata prelevata dal suo rapitore. E ha visto qualcosa di strano. Qualcosa che lo ha insospettito. Ha notato quella vettura risalire a passo d’uomo verso viale Kennedy, la via del mare. Alla guida c’era un uomo. E poco dopo l’ha rivista nuovamente. La macchina ha attraversato lo stesso incrocio che era sotto i suoi occhi. Ma questa volta procedeva in direzione opposta. E soprattutto a velocità sostenuta.
Sulla deposizione che sembra poter imprimere una nuova svolta alle indagini sul giallo di Avetrana, viene mantenuto uno strettissimo riserbo. E ci si lavora alacremente. Anche per comprendere se, come sembra, i tempi e i movimenti di quella misteriosa vettura, coincidano con quelli degli ultimi spostamenti di Sarah. L’esistenza di un nuovo testimone si incastra in un momento delicatissimo dell’inchiesta. In giorni in cui è forte la sensazione che il cerchio si stia stringendo. Perché il fiume delle indagini si è animato dopo il ritrovamento del cellulare di Sarah. Quel telefono è rimasto desolatamente muto dalle 14.42 del 26 agosto sino a mercoledì scorso. Quando Michele Misseri, lo zio di Sarah, lo ha ritrovato nel fondo in cui il giorno prima aveva lavorato.
Quel cellulare sta cominciando a parlare. Perché è al vaglio degli specialisti del Ris. Ad un primo esame, viene praticamente escluso che sia stato abbandonato in quel campo il 26 agosto. Anzi, si ha la netta sensazione che ci sia arrivato molto dopo. Probabilmente poche ore prima che venisse scovato dal papà di Sabrina, l’inseparabile cugina di Sarah. L’uomo questa mattina sarà interrogato dai magistrati. Dovrà raccontare tutti i dettagli di quel ritrovamento. Si sospetta che chi si nasconde nella nebbia del giallo di Avetrana, abbia sistemato il cellulare di Sarah in quel terreno per depistare le indagini. Ma, in realtà, non si esclude davvero alcuna lettura delle curiose modalità del ritrovamento. Intanto si continuano a setacciare amicizie e rapporti di famiglia. Per questo ieri sera i carabinieri della sezione di pg sono piombati nuovamente nella casa di Sarah. Hanno avuto un lungo confronto con Concetta Serrano Spagnolo. E’ stata proprio la mamma di Sarah, mediante i suoi legali Nicodemo Gentile e Walter Biscotti, a chiedere alla procura di raccogliere le sue nuove dichiarazioni. “Bisogna indagare su tutto e su tutti” – ha ribadito Concetta, logorata dagli oltre quaranta giorni di assenza della figlia.
Fonte: www.repubblica.it