L'avvocato: «Lui non ha mai visto tutti questi soggetti venuti fuori a vario titolo in questa vicenda»
MILANO – Il fondatore di Fastweb, Silvio Scaglia, ha detto di non aver mai conosciuto Gennaro Mokbel, né Carlo Focarelli e nemmeno il senatore Nicola Di Girolamo. Lo ha riferito lui stesso rispondendo alle domande del gip, Aldo Morgigni, durante l’interrogatorio di garanzia nel carcere romano di Regina Coeli. «Scaglia – ha detto il suo legale, l’avvocato Pier Maria Corso – ha spiegato di non aver mai visto né conosciuto Mokbel. Lui non ha mai visto né conosciuto tutti questi soggetti venuti fuori a vario titolo in questa vicenda, a partire da Di Girolamo». Per quanto riguarda l’imprenditore Carlo Focarelli, figura chiave nell’inchiesta della Procura di Roma sul riciclaggio, per Scaglia, ha proseguito l’avvocato, «si trattava di un consulente esterno che ha avuto rapporti con qualche dirigente non di alto livello, ma non con Scaglia direttamente».
L'INTERROGATORIO – L'interrogatotio era iniziato poco dopo le 10 nel carcere di Regina Coeli a Roma. L'ex amministratore delegato di Fastweb è arrivato a bordo di un cellulare intorno alle 9.45 dal carcere di Rebibbia. All'interrogatorio hanno preso parte, oltre al gip Aldo Morgigni, anche il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e i pm Francesca Passaniti e Giovanni Di Leo.
RICICLAGGIO TRANSNAZIONALE – L'ipotesi di reato per Scaglia è quella di associazione per delinquere pluriaggravata finalizzata al riciclaggio transnazionale, al falso in atti pubblici e all'emissione di fatture per operazioni inesistenti. L'ex ad di Fastweb si trova in carcere da giovedì notte, quando al suo rientro dal Sudamerica si è consegnato alla Guardia di Finanza.
SI E' COSTITUITO L'AVVOCATO COLOSIMO – L'avvocato Paolo Colosimo, il penalista coinvolto nell'inchiesta sul riciclaggio con l'accusa di associazione per delinquere ed altro, si è costituito in Procura, accompagnato dal suo difensore, avvocato Giosuè Naso. Colosimo si è costituito per dimostrare la sua estraneità ai fatti che gli vengono contestati nel capo di imputazione dove il suo nome compare in tre episodi. Il primo è quello che riguarda l'associazione per delinquere transnazionale pluriaggravata. Le altre imputazioni invece si riferiscono ad altri fatti e tra questi l'attività per giungere all'elezione del senatore Nicola Di Girolamo. Un'altra accusa è quella di intestazione fittizia di beni aggravata dal favoreggiamento per associazione mafiosa. Cioè a Colosimo si contesta d'aver fatto da tramite tra la famiglia mafiosa di Isola Capo Rizzuto retta da Fabrizio Arena. Costituendosi, secondo quanto ha riferito l'avvocato Naso, Colosimo intende dimostrare l'infondatezza delle accuse che lo vorrebbero anche trait d'union tra l'uomo d'affari Gennaro Mokbel e appunto la famiglia Arena.
Fonte: www.corriere.it