Comunità Italiana

Sciopero generale sulle tasse La Cgil: “In piazza il 12 marzo”

Sacconi: governo unito sui tagli. Il Pd: solo chiacchiere Il sindacato chiede anche l'aumento della indennità di cassa integrazione

{mosimage}ROMA – Lo sciopero generale della Cgil si terrà il 12 marzo. Lo ha detto a Repubblica il segretario generale della confederazione, Guglielmo Epifani. Sarà uno sciopero di quattro ore con diverse manifestazioni in tutta Italia. La Cgil chiede di ridurre il prelievo fiscale sui lavoratori e i pensionati, di aumentare il periodo in cui si riceve l'indennità di disoccupazione e di far crescere l'importo (attualmente 7-800 euro) della cassa integrazione. Un pacchetto di richieste per affrontare la crisi che sul versante occupazionale si prospetta ancora lunga, e al quale il sindacato di Corso d'Italia ha deciso di aggiungere anche la proposta di una diversa politica per l'accoglienza dei lavoratori immigrati dopo i fatti di Rosarno.

È questo l'ennesima divisione tra le tre confederazioni sindacali. Non a caso la Cisl e la Uil hanno criticato l'iniziativa della Cgil definendola "politica" e destinata a non portare a casa alcun risultato.

Certo il tema delle tasse, con la pressione fiscale ormai di nuovo al livello record del 43 per cento a causa del crollo del Pil (quasi sei punti), è destinato a tenere banco nei prossimi mesi. Nella maggioranza emergono le prime incrinature dopo lo stop imposto dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, alla tentazione del premier, Silvio Berlusconi, di rispolverare il vecchio progetto di un sistema a doppia aliquota: una del 23 per cento per i redditi fino a 100 mila euro, e l'altra al 33 per cento per tutti i redditi superiori. Alla Convention di Arezzo del Pdl è stato il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, a sostenere – diversamente da Tremonti – che se la crescita economica dovesse rivelarsi più robusta delle previsioni, allora sarebbe possibile fin dal prossimo anno realizzare concretamente i primi tagli sui redditi più bassi. E ieri, intervistato da Sky, il titolare del Welfare, Maurizio Sacconi, ha gettato acqua sul fuoco: nessuna divisione nel governo, Tremonti e Scajola "dicono la stessa cosa", e tutti vogliamo ridurre la pressione fiscale.

Ma è sui tempi che ci sono le divisioni nel governo. Nel suo ragionamento Sacconi si è schierato con Tremonti: difficile fare previsioni finché non ci sarà la ripresa. "Certo – ha aggiunto il ministro – se i cittadini decidessero di attuare uno sciopero fiscale sarebbe devastante". Ipotesi che nessuno, però, ha mai sollevato.

La discussione interna alla maggioranza tra l'estrema cautela di Tremonti e la spinta del Pdl a osare di più, porta all'attacco il segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani: "Tutte chiacchiere a vuoto mentre l'unica cosa certa è che le tasse crescono". Non prende sul serio le intenzioni del governo nemmeno il leader dell'Italia dei valori (Idv), Antonio Di Pietro: "Sono quindici anni che Berlusconi e i suoi amici ci riempiono di promesse: prima un milione di posti di lavoro, poi l'abbassamento delle tasse, poi una casa per tutti. Ma invece di meno tasse ci hanno dato lo scudo fiscale".

Fonte: www.repubblica.it