Sull’assunzione di nuovi insegnanti “rispetteremo tutti gli impegni più volte elencati”. Il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, il giorno dopo il Cdm che ha visto slittare la riforma della scuola, torna a rassicurare sul fatto che il nodo precari sarà risolto. “Quando si parla di precari – ha rimarcato il ministro ai ospite di Uno Mattina – citiamo centinaia di migliaia di persone che non avendo avuto per 20 anni un concorso disponibile ogni 3 anni, come la nostra Costituzione e la legge indicano, si sono trovati in una condizione di aspettativa di assunzione, di ‘precariato permanente’. Vogliamo porre fine a questo fenomeno che ha impedito stabilità e continuità didattica nella scuola”. Giannini ha quindi ribadito che le assunzioni dipenderanno dal “fabbisogno della scuola. Non pensiamo a un pacchetto che mettiamo dentro così come è. Abbiamo detto quali sono i fabbisogni e quali discipline verranno potenziate, come musica, arte, lingue, alternanza scuola-lavoro. I nostri insegnanti devono corrispondere a queste competenze, sia i neo assunti e sia i futuri concorsi”. Ci saranno ancora supplenze? “Se si parte dal fabbisogno” della scuola per le assunzioni, serve “un periodo per mandare a regime una riforma complessa, che solo per un periodo molto limitato potrà avere qualche supplenza annuale. Ma è veramente l’ultimo periodo in cui si ricorre a questo strumento”.
Il ministro ha fatto l’esempio degli insegnanti di matematica: “Non abbiamo tutti gli insegnanti che servono, nemmeno se assumiamo tutti quelli che sono nella graduatoria ad esaurimento. Il ministro è anche tornato sullo scottante tema della messa in sicurezza delle aule. “Con questo provvedimento di legge pensiamo di fare, con 20 milioni euro, il controllo di tutti i controsoffitti” degli edifici scolastici, “che sono il punto gracile di scuole molto spesso costruite tra gli anni ’60 e ’70, con criteri meno sicuri di come si dovrebbe. E’ un punto che richiederà qualche mese, ma vale la pena affrontare anche questa fatica”, ha detto .
Circa il ruolo del Parlamento, la responsabile dell’Istruzione ha rimarcato come debba “essere coinvolto” sul provvedimento. “Ci sono naturalmente anche necessità urgenti come mettere la scuola in grado di funzionare dal primo settembre con le nuove regole che noi proponiamo. Tocca al Parlamento fare bene, contribuendo anche con idee, con emendamenti, come si fa con tutti i ddl e dl, e farlo molto rapidamente”.
Giannini ha poi spiegato il motivo del passaggio da dl a ddl: “Ci siamo riuniti l’ultima volta ieri mattina a lungo. E’ una decisione che abbiamo maturato per una consapevolezza della complessità e dell’importanza di questo provvedimento. Questa non è una riforma che assume precari, lo è anche. Ma non è questo il punto qualificante. Questa è una riforma che dà un progetto educativo nuovo alla scuola.
Il decreto, almeno per la parte relativa ai precari, non è ancora escluso. “La mia opinione, quella del Presidente del Consiglio e anche quella del Ministro competente è che il tema delle assunzioni dei precari vada risolto entro i termini che sono previsti per poter far lavorare le persone nel prossimo anno scolastico”, cioè entro settembre. “Se è possibile ottenere questo risultato con un voto del Parlamento, benissimo, se non dovesse essere possibile, abbiamo altri strumenti e li useremo”, ha chiarito il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ai microfoni di Rtl 102.5.
Intanto, la Cgil attacca e chiede al Governo di smetterla con gli annunci sulla scuola e di affrontare al più presto la stabilizzazione dei lavoratori precari del comparto. ”Siamo di nuovo di fronte – ha detto il segretario generale, Susanna Camusso all’agenzia televisiva Vista – ad annunci ripetuti senza avere chiari gli obiettivi. La preoccupazione e che più in là si va nel tempo meno è credibile che ci sia per il prossimo anno scolastico l’effettiva stabilizzazione precari”. Secondo Camusso ”si continua a non conoscere quali siano i criteri e le scelte. E’ sbagliato per il Paese – ha concluso – che non si affronti il tema degli insegnanti, della stabilità dell’istruzione mentre si continuano a concedere risorse alle scuole paritarie e private che è esattamente l’opposto del dettato costituzionale che garantisce il diritto allo studio e assume la responsabilità pubblica della garanzia dell’istruzione”.(ANSA)