“Con Venezia guadagni subito il paradiso per quanti miscredenti ci sono qua, mettere una bomba a Rialto”. E’ questa la frase che, intercettata dagli inquirenti, ha fatto scattare il blitz di polizia e carabinieri che ha portato allo smantellamento di una cellula jihadista a Venezia. Sono stati arrestati tre sospetti terroristi e un minorenne è stato fermato. Sono tutti originari del Kosovo e in Italia con regolare permesso di soggiorno.
Dalle intercettazioni e dalle indagini emergono, secondo gli inquirenti, “moltissimi passaggi di adesione incondizionata al progetto Isis” con un’attività “che non è rimasta solo di tipo teorico/dottrinale”, ma che prevedeva anche “progettualità e programmazione”. “Abbiamo controllato ogni loro rapporto, ogni loro contatto con il mondo esterno e siamo riusciti anche ad inserirci e controllare anche il loro mondo telematico e tutto quello che riuscivano a comunicarsi e a indottrinarsi”, ha spiegato il procuratore Adelchi d’Ippolito.
Simulazioni, video e allenamento per preparare l’attentato
La cellula di kosovari smantellata a Venezia e sospettata di preparare attentati terroristici compiva simulazioni per confezionare esplosivi fatti in casa. Gli uomini erano impegnati “in una vera e propria attività di auto-addestramento al fine di prepararsi a compiere attività criminali e attentati da un lato attraverso esercizi fisici e dall’altro esaminando video dei fondamentalisti dell’Isis che spiegavano l’uso del coltello, come si uccide con un coltello”.
All’operazione hanno partecipato i reparti speciali NOCS della polizia, GIS dei carabinieri, le unità cinofile, il nucleo Artificieri della questura di Venezia, Digos e Polizia scientifica. Sono state eseguite dodici perquisizioni, tutte nel centro storico, tranne una in terraferma a Mestre ed una in provincia di Treviso. (Agência Brasil)