Comunità Italiana

Sicurezza, Napolitano promulga la legge E scrive a governo e Camere: “Perplessità”

{mosimage}Il Colle: «Nel testo disposizioni di dubbia coerenza con i principi dell'ordinamento». Alfano: «Pronti a modifiche»

 

ROMA – Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha promulgato la legge sulla sicurezza approvata dal Parlamento il 2 luglio scorso, inviando però contestualmente una lettera al presidente del Consiglio e ai ministri dell'Interno e della Giustizia (e per conoscenza anche ai presidenti di Camera e Senato) in cui esprime «perplessità» e «preoccupazioni» circa l'insieme del provvedimento. Secondo il capo dello Stato, il testo che concerne le «Disposizioni in materia di pubblica sicurezza» si è ampliato «in modo rilevante nel corso dell'iter parlamentare» e «risulta, ad un attento esame contenere numerose norme tra loro eterogenee, non poche delle quali prive dei necessari requisiti di organicità e sistematicità». «In particolare – scrive il capo dello Stato – si rileva la presenza nel testo di specifiche disposizioni di dubbia coerenza con i principi generali dell'ordinamento e del sistema penale vigente. Nella lettera, spiega la nota del Quirinale, Napolitano ha «ritenuto pertanto di richiamare l'attenzione del Presidente del Consiglio e dei Ministri dell'interno e della giustizia per le iniziative che riterranno di assumere, anche alla luce dei problemi che può comportare l'applicazione del provvedimento in alcune sue parti».

«PRONTI A MODIFICHE» – I dubbi espressi dal capo dello Stato non sembrano preoccupare il Guardasigilli Angelino Alfano che sottolinea come la promulgazione della legge indichi che «le ragioni a favore» dell'approvazione del testo «sono state prevalenti rispetto alle perplessità». Il ministro ha comunque promesso che leggerà con il ministro dell'Interno Roberto Maroni la lettera del Quirinale. «Io ne farò tesoro: la studieremo con attenzione – ha aggiunto -, se dovesse essere necessario valuteremo eventuali modifiche. Ma Napolitano ha deciso di promulgare» ha ribadito.

«GRIDA AL VENTO» – Immediate le critiche del leader Idv Antonio Di Pietro all'iniziativa del presidente della Repubblica. Secondo l'ex pm, il capo dello Stato avrebbe dovuto rinviare la legge sulla sicurezza alle Camere, anziché esprimere «lamenti che sono solo grida al vento». «Di Pietro non perde occasione per dimostrare qual è il suo concetto di democrazia: se qualcuno non fa quello che dice lui va insultato» è la replica all'ex pm di Maurizio Lupi, vicepresidente Pdl della Camera. Il Pd fa sapere di condividere le preoccupazioni espresse dal capo dello Stato su molte delle norme del pacchetto sicurezza e chiede che il provvedimento venga corretto proprio alla luce dei rilievi del Colle. «Questa iniziativa forte del presidente della Repubblica – commentano Marco Minniti e Lanfranco Tenaglia – non può e non deve essere ignorata dal presidente del Consiglio e del governo. La via maestra è che il governo assuma l'iniziativa di tornare in Parlamento per affrontare e risolvere la questione aperta dal presidente della Repubblica. Per quanto ci riguarda, se il governo seguirà questa strada, non mancherà – assicurano i due esponenti Pd – la nostra attenzione e la nostra cooperazione. Nel caso contrario saremo noi a presentare appositi disegni di legge in Parlamento». Duro l'attacco al governo del leader Udc Pier Ferdinando Casini alla luce delle «perplessità» espresse dal Colle: «Il governo la smetta di fare decreti e di porre la fiducia e lasci al Parlamento la possibilità di lavorare per evitare altre "figuracce" come quella di oggi sul pacchetto sicurezza promulgato dal presidente della Repubblica con una serie di rilievi» chiede il leader centrista.

Fonte: www.corriere.it