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SIDDI: SENZA RAI ITALIA NEL PIANO INDUSTRIALE VOTERÒ NO

04 de maio de 2017 - Por Comunità Italiana
SIDDI: SENZA RAI ITALIA NEL PIANO INDUSTRIALE VOTERÒ NO

“Il servizio pubblico quale strumento di diplomazia culturale per l’Italia nel mondo” il tema della conferenza ospitata oggi alla Camera su iniziativa di Fucsia Nissoli (Ds-Cd). Ai lavori, moderati da Francesco Tufarelli, sono intervenuti Piero Corsini (Direttore di Rai Italia), Federico Fauttilli (Commissione di vigilanza Rai), Loredana Cornero (Segretaria Generale della Comunità radiotelevisiva italofona) e Franco Siddi (Consigliere di Amministrazione della Rai).

Deputata eletta in Nord America, Nissoli ha esordito sottolineando che “la competitività di un Paese dipende dalla sua capacità di agire in un’ottica di sistema”. In questo senso, “il servizio pubblico ha un ruolo determinante”, dunque “insieme abbiamo il compito di renderlo più efficace”.

Occorre “comunicare nel mondo l’italian way of life riconosciuto e apprezzato da tutti”, ha sostenuto Nissoli, attraverso “anche il sistema pubblico che coinvolga sia gli italiani all’estero che gli stranieri interessati al nostro Paese e alla nostra bella lingua”.

L’Italia, per Nissoli, “deve attuare una diplomazia culturale che ci aiuti ad affrontare le sfide globali”. La deputata parla anche di una “diplomazia della diaspora”, che, aggiunge, “nonostante la presenza degli organismi di rappresentanza e i parlamentari all’estero a volte stenta a raggiungere i risultati sperati. Bisogna potenziare l’informazione di ritorno e promuovere le realtà regionali all’estero”, annota Nissoli, citando la sua proposta di legge, assegnata alle commissioni cultura e affari esteri. Concludendo, la deputata eletta in Nord America ha auspicato una “politica estera adeguata alla statura del nostro Paese” e una “diplomazia della comunicazione che si integri con le altre azioni del Governo per promuovere il Sistema Italia”. Per farlo, ha concluso, occorre “delineare percorsi innovativi per comunicare l’Italia all’estero”.

Da quasi 4 anni alla guida di Rai Italia, Paolo Corsini ha illustrato come la rete tenta di farlo nonostante le difficoltà legate al budget. I tagli alle risorse, ha ricordato, 4 anni fa portarono alla eliminazione della programmazione originale, evento che “creò una frattura enorme con le nostre comunità”. Allora “Rai Italia era rivolta soprattutto ai connazionali di prima emigrazione”.

In questi 4 anni, ha aggiunto, “abbiamo lavorato per intercettare il cambiamento nel sentirsi italiani nel mondo” all’interno del “perimetro di azione del canale delineato dalla convenzione tra Presidenza del Consiglio e Rai”. In base ad entrambe, “la programmazione originale deve seguire due binari: raccontare le comunità all’estero e promuovere il Sistema Italia”. Corsini ha quindi ricordato che, grazie agli ultimi due direttori – Vianello e Bignardi – “Rai 3 la domenica mattina manda in onda gli speciali realizzati da Community sugli italiani nel mondo attivando così l’informazione di ritorno che i connazionali chiedevano dalla nascita di Rai Italia”. Una collocazione che “ha avuto un successo di pubblico superiore alle attese, tanto che siamo arrivati alla terza stagione”.

La Promozione del Sistema Paese, dunque lingua arte e territorio, è al centro di “Italian Beauty”, ha detto ancora Corsini, “con speciali di approfondimento, sempre pensati con l’occhio di chi vive lontano dall’Italia. Certo è – ha quindi aggiunto – che la Rai risponde a precise logiche di finanziamento decise dalla politica; il mio omologo tedesco ha 20 volte il mio budget”. Dunque merito a chi fa anche con poco, ma “con le “missioni solitarie” non si va nessuna parte”.

Loredana Cornero nel suo intervento ha parlato della Rai come “industria cultuale” e del suo ruolo di servizio pubblico inteso come atto a favorire “il dialogo con gli altri e la reciprocità”, così come fanno tutti i partner della comunità italofona che, ha proposto, potrebbero diventare un viatico per i programmi di Rai Italia in Europa, dove la rete non trasmette.

Federico Fauttilli ha voluto, invece, ricordare come ad oggi la Commissione di Vigilanza Rai non abbia ancora avuto la possibilità di valutare il piano industriale che, ha sottolineato, “la Governance della Rai avrebbe dovuto proporci”. È proprio nel piano industriale, secondo Fautilli, che “si dovrà tener conto di tutte le proposte per far sì che quanto oggi diciamo in termini di presenza cultuale italiana all’estero sia ben definito nel piano della rete per quanto riguarda le risorse e nello spazio nella programmazione nazionale”.

Presente brevemente ai lavori anche Fabio Porta, deputato Pd eletto all’estero e presidente del Comitato italiani nel mondo e Sistema Paese, che ha preannunciato “audizioni su questo tema” presto in Comitato. Per gli italiani all’estero, ha aggiunto, “il servizio pubblico è fondamentale; è una delle condizioni per operare: basti pensare a due aspetti: la partecipazione al voto e l’internazionalizzazione”.

Ultimo ad intervenire, Franco Siddi, dopo 12 anni al Cgie, ora nel CdA della Rai, ha spiegato che oggi “la Governance della Rai è in una fase delicata: sta provando a cambiare la Rai ma deve fare i conti con la nuova realtà prodotta dalla Convenzione con la Presidenza del Consiglio e dal Contratto di servizio”. Su questa “realtà futura”, ha aggiunto, “non c’è ancora una unità di intenti molto chiara all’interno della Rai, ma neanche nelle opzioni che il Parlamento ci presenta”.

Per Siddi una criticità da superare è che “le cose che fa Rai Italia sono sconosciute anche alla Rai. Da quando sono nel Cda dico che va considerata alla stregua delle altre reti”, ma non è così se è vero che il Consiglio di Amministrazione “ha incontrato tutte le direzioni tranne quella di Rai Italia”. Secondo Siddi “non si riesce ad abbattere un muro che è anche all’interno” dell’azienda. Inoltre, “siccome Rai Italia è finanziata dalla Presidenza del Consiglio ma su parere della Farnesina, e soprattutto non genera polemiche dirette qui in Italia, allora rimane ai margini”.

Per il consigliere, dunque, “serve una spinta” affinché sia “considerata nel sistema integrato della Rai con piena dignità”. Una “battaglia che da soli non si vince”.
Sul fronte risorse, ha spiegato Siddi, c’è un “rischio: se la convenzione appena approvata non sarà seguita da un piano industriale molto chiaro ci potrebbe essere una riduzione di risorse per Rai Italia, perché – ha chiarito – secondo la nuova convenzione sembrerebbe che tutto deve essere finanziato con il Canone. Ma Rai italia è da sempre finanziata extra canone: quindi, o si obbliga la Rai ad organizzarsi facendo economie altrove, e lo può fare se vuole, ma questo deve stare nel piano industriale; oppure ci deve esser un finanziamento extra di supporto, con obblighi che vadano oltre la buona volontà e l’intelligenza che chi ci lavora ci mette. I rapporti devono essere strutturati e non basati sulla sensibilità dei singoli direttori”.

Citato il richiamo del Presidente Mattarella all’importanza della cultura e della lingua italiana, fatto agli stati generali a Firenze, Siddi ha dichiarato che “se nel piano industriale se non ci sarà alcun richiamo a Rai Italia, non avrà il mio voto”. Le risorse “non sono secondarie” e il Parlamento “deve vigilare”. La rete “non può essere ancora una Cenerentola, né si può pensare che tutto si risolva facendo un canale in inglese, come ci è stato chiesto. Chiudo auspicando che il futuro portale multilingue della Rai diventi il portale della cittadinanza italiana nel mondo: per gli stranieri qui nel Paese o all’estero, che vi si informano, e per gli italiani nel mondo, che così mantengono il loro legame con il Paese d’origine”. (aise)

Comunità Italiana

A revista ComunitàItaliana é a mídia nascida em março de 1994 como ligação entre Itália e Brasil.