Comunità Italiana

Sisma: la terra trema ancora, Severino pensa a detenuti per ricostruire

Si è aperta una nuova giornata, quella del lutto nazionale, nelle zone dell'Emilia colpite dal terremoto e nuovamente provate dalla forte scossa, di magnitudo 5.1, registrata alle 21.20 di ieri. Ed è stata un'altra lunga notte di paura e di attesa nelle tendopoli e nelle strutture allestite per accogliere gli sfollati. Molti hanno invece preferito passare la notte all'aperto, chi in auto, chi in camper, qualcuno ha scandito le ore girando in bici. Oggi scuole chiuse tra il Modenese e il Mantovano. La scossa, avvertita in tutto il Nord Italia e non solo, ha avuto epicentro nel Modenese in una zona compresa tra Novi, Cavezzo, Concordia, San Possidonio e Mirandola. Non ha provocato feriti, ma solo qualche malore per lo spavento tra la popolazione, e nuovi crolli nelle 'zone rosse', già interdette alle persone, tra cui quella della torre dell'orologio di Novi, da tre secoli esatti simbolo della cittadina. Nella notte poi un'altra scossa, nella stessa zona, di magnitudo 3.1.

E alle 7.26 una nuova, lieve, scossa di terremoto, di magnitudo 2.5, è stata avvertita dalla popolazione tra le province di Modena e Mantova. Le località più prossime all'epicentro sono Novi di Modena, Concordia e San Possidonio (Modena) e Moglia (Mantova). Altre tre scosse di terremoto, tutte oltre il terzo grado della scala Richter, hanno interessato la zona compresa tra le province di Modena e Mantova. Alle 9.21 la più recente, del 3.2, avvertita dalla popolazione in provincia di Modena, con epicentro tra Concordia, San Possidonio e Mirandola. Poco prima, alle 9.04, una scossa del 3.4 tra Concordia (Modena), Moglia e San Giacomo delle Segnate (Mantova). La più forte, del 3.9, alle 8.55, ancora tra Concordia, San Possidonio e Moglia.

MALTEMPO SULLE ZONE TERREMOTATE – Oggi su tutta l'Emilia-Romagna, dopo una domenica calda e soleggiata, sono previste piogge, anche di forte intensità; la Protezione civile regionale ieri ha emesso un'allerta meteo, in vigore fino alle due della prossima notte. Poi la situazione, secondo le previsioni, migliorerà. "La nostra torre è crollata ma noi non crolliamo, siamo in piedi, ce la faremo perché abbiamo le forze per farcela", ha commentato fiduciosa il sindaco di Novi, Luisa Turci, che aveva già avuto la propria abitazione lesionata, come quella di tanti concittadini, dopo la rovinosa scossa di martedì scorso. "Le nostre priorità devono cambiare, è una situazione che ci cambia la vita attuale", ha aggiunto, con un 'ricordo' anche per l'antica torre crollata: "Nonostante i danni batteva ancora le mezz'ore, da 'malata' funzionava nonostante fosse quasi giù, ci dava speranza. Ora non c'é più".

SEVERINO: IPOTESI DETENUTI PER RICOSTRUIRE – Impiegare parte dei detenuti per la ricostruzione dell'Emilia colpita dal terremoto. E' l'idea lanciata a Bologna dal ministro della Giustizia Paola Severino. "In un momento come questo che richiede interventi tempestivi penso che si potrebbe vedere anche parte della popolazione carceraria protagonista di un'esemplare ripresa". L'iniziativa riguarderebbe i detenuti "non pericolosi e già in regime di semilibertà". Il Guardasigilli ha spiegato, durante la sua visita al carcere della Dozza a Bologna, che si tratta di una "piccola idea" di cui si deve ancora discutere con i direttori e i provveditori. "Vorrei che fossero coinvolte – ha detto – tutte le carceri della regione e se fosse possibile non solo". Questo raggiungerebbe il doppio obiettivo di far sentire utile la popolazione carceraria e di farla apparire utile alle persone colpite dal terremoto. "Ho sempre pensato che il lavoro carcerario sia una risorsa per il detenuto, un vero modo per portarlo alla risocializzazione e al reinserimento nella società". Facendo l'esempio di Bologna il bacino di detenuti in cui si potrebbe pescare per Severino, escluderebbe i 101 detenuti in alta sicurezza e potrebbe riguardare i 246 tossicodipendenti o il 57% di extracomunitari che compongono la popolazione carceraria della Dozza. Si potrebbe lavorare "su queste due fascie". 

NELLE ZONE COLPITE CELLE APERTE GIORNO E NOTTE – Intanto il ministro ha annunciato lo spostamento di circa "350 detenuti nelle carceri di altre regioni e un rinforzo alla polizia penitenziaria impegnata in Emilia-Romagna". Sono i due provvedimenti d'emergenza "per alleggerire la situazione carceraria" nella regione colpita dal terremoto. "Abbiamo fatto in modo che tutte le celle rimangano aperte di giorno e di notte. Non possiamo aggiungere al carcerato anche l'angoscia della claustrofobia", ha detto. Lo ha detto il ministro della Giustizia Paola Severino durante la sua visita al carcere di Bologna e spiegando che la misura riguarda tutti i penitenziari delle zone colpite dal terremoto. "Si può immaginare – ha aggiunto – lo stato d'animo dei detenuti durante i terremoti". Chi è in cella "sa di non poter andare da nessuna parte".

Fonte: Ansa