Sono 17 i candidati ‘impresentabili’ secondo la commissione Antimafia e nella lista c’è anche il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca. Ma il premier Matteo Renzi è certo che “nessuno sarà eletto”. Intanto resta il caos sulla vicenda del candidato Pd alla regione Campania, Vincenzo De Luca, sul quale pende il giudizio della giustizia ordinaria alla quale la Cassazione ha attribuito la competenza dell’applicazione della legge Severino che potrebbe comportare la sua sospensione per 18 mesi. Ieri il ministro Maria Elena Boschi ha assicurato che la decisione della Cassazione non cambia nulla. Parole crirticate dal Movimento cinque stelle.
Sono 17 gli impresentabili – E’ formata da 17 nomi la lista dei candidati “impresentabili” alle prossime regionali appena resa nota oggi dalla Commissione parlamentare Antimafia presieduta da Rosy Bindi, al termine dell’Ufficio di presidenza e della seduta plenaria della Commissione. I 17 nomi appartengono a candidati nelle regioni Puglia (4) e Campania.
Renzi, Nessuno verrà eletto, sono espressione piccole liste civiche – “Mai visto dibattito così autoreferenziale e lontano dalla realtà” come quello sui candidati “impresentabili”. “Perché sono pronto a scommettere che come tutti sanno ma nessuno ha il coraggio di dire nessuno di loro – nessuno! – verrà eletto. Sono quasi tutti espressioni di piccole liste civiche”. Lo scrive Matteo Renzi nella Enews.
Berlusconi, impresentabili? Sono più a sinistra – “Non sono tra quelli che gridano allo scandalo per gli Impresentabili nelle liste; in ogni caso ce ne sono molti di più a sinistra che nel centrodestra. Io sono un garantista, serve una sentenza definitiva per definire colpevole una persona”.
Il nodo della legge Severino
M5s, ignobili parole Boschi – “Il ministro Boschi ha detto in maniera ignobile che De Luca è eleggibile, quindi non conosce la legge Severino” afferma il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio (M5S), a margine di un’iniziativa a Napoli a sostegno della candidata alla presidenza della Campania del M5S, Valeria Ciarambino.
Alfano, sospensione Severino va applicata – “C’è una legge” e “quella legge sarà applicata. Non devo fare né mi spettano diagnosi anticipate”. Lo dice il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, in un’intervista al Mattino sul caso De Luca e la sospensione prevista dalla legge Severino.
Appello al voto rivolto ai diciottenni del presidente del Senato, Pietro Grasso: “Alcuni di voi – ha detto prima di premiare gli studenti del progetto ‘Lezioni di Costituzione – domenica saranno chiamati per la prima volta ad esprimere il proprio voto alle elezioni amministrative: fatelo, non lasciate che siano altri a decidere per voi”.
Campagna alle battute finali
(di Cristina Ferrulli) I bookmaker stranieri danno in bilico il risultato di tre regioni (Liguria, Campania, Umbria) sulle 7 chiamate domenica al voto. Matteo Renzi, però, per dimostrare che l’esito non avrà effetti sul governo, si mostra concentrato sui problemi dell’Italia più che sulle polemiche. E oggi, prima a Melfi allo stabilimento Fca e poi ad Olbia per inaugurare il cantiere del Mater Olbia, difende le sue riforme. Ma tra la lista di “impresentabili” che domani la commissione Antimafia renderà nota e il caso di De Luca, il rischio, come evidenzia Maria Elena Boschi, è che domenica vinca l’astensionismo e non la politica. Il leader Pd tornerà a tuffarsi nella campagna elettorale ad Ancona e, con un comizio finale, nella sua Firenze.
E sul caso De Luca, il premier avverte: “La legge Severino è stata applicata due volte e in entrambi i casi i politici sono stati rimessi in ruolo. È normale che De Luca dica ‘se vinco avrò lo stesso trattamento’. De Luca è candidabile e eleggibile dopo di che sono i campani a dover decidere. De Luca è stato un sindaco straordinario”.
Oggi, al fianco di Marchionne ed Elkann, a Melfi, assicura che dal jobs act arriveranno “contratti di lavoro sempre più solidi e stabili”. E con un assist a Marchionne per aver rialzato le sorti della Fiat, tira una zampata a Maurizio Landini: “Il lavoro non si difende nei talk show del martedì sera ma creando fabbriche”. In difesa della “legalità” del Pd dalle accuse di liste poco pulite e dal rischio caos in caso di vittoria di Vincenzo De Luca, il premier manda a Napoli la fedelissima Maria Elena Boschi. E la linea del ministro delle Riforme è chiara: “La sentenza della Cassazione non cambia nulla, De Luca è candidabile e eleggibile”, garantisce Boschi.
Che, però, senza entrare nei dettagli, assicura: se il sindaco di Salerno vincerà le elezioni, il governo “rispetterà la legge come sempre”. Una replica a quanti, come Silvio Berlusconi, insinuano l’intenzione di Renzi di fare un intervento ad personam sulla legge Severino per salvare De Luca. “Può intervenire con una modifica alla legge Severino, cosa che non ha ritenuto di fare quando si e’ trattato di Silvio Berlusconi”, sostiene il Cav che, pur pronosticando “sorprese” sull’esito delle regionali, conferma il suo “passo indietro” imminente dalla leadership del centrodestra. Leadership che Matteo Salvini intende prendersi, partendo dal suo primo test elettorale alle regionali all’insegna di una campagna aggressiva contro immigrati e rom con l’annuncio, sull’onda del grave incidente a Roma, di “radere al suolo tutti i campi nomadi”. L’ultimo sasso a poche ore dalla chiusura della campagna elettorale sarà tirato domani dalla commissione Antimafia che, in seduta plenaria, stilerà e renderà noti i nomi dei candidati “impresentabili”. Un “colpevole ritardo” per M5S che avrà comunque una scia polemica sul voto. E anche Raffaele Cantone, pure definendo “autorevolissima” la commissione Antimafia, esprime “qualche perplessità” sul fatto che “la politica faccia valutazioni su chi sia presentabile e chi impresentabile” perchè “la scelta spetta ai cittadini”.(ANSA)