In Italia e’ “massima allerta” per il rischio di attentati jihadisti, ma “non si hanno notizie di minacce specifiche”, ha riferito il ministro, “ma non dobbiamo trarre conclusioni ne’ di tipo allarmistico, ne’ irragionevole. E non dobbiamo rinunciare alle nostre liberta'”. Gentiloni ha sottolineato l’importanza di vigilare alle frontiere, ma ha anche ricordato che “questi attacchi non vengono necessariamente da fuori” perche’ “in molti Paesi, come in Francia, sono venuti dall’interno”, da persone che avevano maturato espressioni fondamentaliste nel Paese in cui erano nati. “Tecnicamente”, ha aggiunto Gentiloni, “siamo in una fasa di pre-massima allerta, perche’ non abbiamo notizie di minacce specifiche”. “Bisogna sapere che e’ un problema con cui conviveremo, senza isteria, ma senza rinunciare alle nostre liberta'”, ha insistito. “Certamente la Tunisia e’ stata colpita al cuore, visto che non ha grandi rendite petrolifere e vive di turismo”, ha osservato Gentiloni. “Ma e’ un Paese che ha collaborato con noi in materia di immigrazione ed e’ dunque l’esempio del fatto che, se funziona lo Stato e c’e’ un meccanismo democratico, funziona anche il sistema migratorio”, ha spiegato.
“Siamo un Paese sicuro, che deve fare il massimo sforzo contro la minaccia terroristica, ma senza cedere ad allarmismi e senza rinunciare alle sue liberta”: ha detto ancora il ministro degli Esteri. “Non siamo un Paese che ha una minaccia di guerra”, ha sottolineato il titolare della Farnesina.
Per Gentiloni e’ molto importante che la consapevolezza del rischio di attentati terroristici, anche in Italia e in Europa, rimanga “nei binari giusti, senza cedere ad allarmismi”: “C’e’ massimo allerta da parte di chi deve fare questo mestiere (forze di sicurezza, intelligence)”, ma e’ importante non diffondere “fenomeni ingiustificati di panico, perche’ questo sarebbe sbagliato: dobbiamo reagire ai criminali e ai terroristi con la forza della democrazia e senza rinunciare alle nostre liberta'”. (AGI)