Comunità Italiana

Stepchild adoption

E’ teso il clima nella maggioranza. E ancora una volta a determinare le distanze tra Pd e gli alleati di Area popolare è il tema dei diritti e, in particolare, delle adozioni da parte di coppie omosessuali. A rimettere i puntini sulle ‘I’ è il Guardasigilli Andrea Orlando, che ‘stoppa’ il collega di Area popolare, Enrico Costa: “I giudici sono liberi di interpretare caso per caso la legge”. Anzi, scandisce il titolare della Giustizia, “non compete al governo dare indicazioni ai magistrati su come arrivare a fare le sentenze. Il campo non mi sembra si presti a questa possibilità”. Ed è subito polemica, con Area popolare che controbatte: “riteniamo sia doveroso chiarire, una volta per tutte, che il giudice applica la legge, non la interpreta”, afferma il capogruppo in commissione Giustizia, Nino Marotta.

Proprio in commissione Giustizia della Camera è stato audito il Guardasigilli, e dopodomani toccherà a Costa, nell’ambito di una verifica sull’attuazione della normativa sulle adozioni, con l’obiettivo di arrivare a una riforma che, per diversi esponenti del Pd, dovrebbe riguardare anche la stepchild adoption, stralciata dalla legge sulle unioni civili. Ed è qui che arriva l’altolà di Area popolare. Un segnale rosso rivolto anche ai magistrati: “Sia chiaro che non puo’ rientrare dalla finestra quello che è uscito dalla porta”, ha detto sabato scorso il ministro della Famiglia, criticando l’azione dei giudici e augurandosi che la “fase di interpretazione creativa si concluda”. Di tutt’altro avviso Andrea Orlando: “Siamo in un campo in cui è la legge che chiede al giudice di apprezzare il caso concreto, la legge non dà una soluzione che prevede un automatismo, ma è il giudice che deve valutare la particolare situazione per poter” stabilire al meglio la “valutazione della continuità affettiva del minore”. Per Orlando “non puo’ esserci una situazione che valga per tutti. L’interpretazione dei giudici non è comprimibile in un campo come questo” dove al centro c’è “la tutela del minore, è la legge stessa a chiedere al giudice di svolgere una interpretazione dei fatti e non potremmo che fare cosi’. In alcun modo si puo’ tipizzare in maniera generale ed astratta”. Poi, sulla “congruità delle singole sentenze” esistono “gli strumenti previsti dal nostro ordinamento”, ovvero i diversi gradi di giudizio” fino al ruolo supremo della “Cassazione che compete solo ed esclusivamente alla Cassazione”, ha concluso.

Le parole del Guardasigilli Orlando riaccendono la polemica e l’area cattolica dei centristi tiene il punto: “Nelle adozioni il giudice considera sempre il caso concreto, quindi interpreta la legge applicandola al singolo che ha davanti e su cui deve decidere, ma non è creatore della legge, non è di fronte al vuoto e non decide in base a criteri solo ed esclusivamente suoi”, scandisce il capogruppo Maurizio Lupi, secondo il quale “c’è un perimetro, ci sono criteri, parametri, paletti che il Parlamento ha definito e ai quali il giudice si deve attenere. Ci sono limiti che non puo’ valicare. Il giudice emette sentenze in nome del popolo italiano, non in nome suo proprio, e il popolo italiano sulle adozioni per le coppie omosessuali si è espresso chiaramente attraverso un voto del Parlamento, che le esclude”. Anche per Rocco Buttiglione “l’attività interpretativa del giudice si muove all’interno dell’ambito definito dalla norma di legge votata dal Parlamento, e che qualora egli varchi questo ambito venga meno alla sua missione fondamentale, compiendo qualcosa che si puo’ ben chiamare alto tradimento”. Tensioni interne alla maggioranza che spingono Democrazia Solidale a ritenere opportuno un vertice: “Sul tema della famiglia non è possibile assistere a questo desolante spettacolo di iniziative singole, scoordinate e a forte rischio di strumentalità. Il nostro Gruppo Parlamentare ritiene necessario un incontro di maggioranza nel quale concordare la strategia del Governo su questo tema”, dichiara Lorenzo Dellai, presidente del Gruppo Parlamentare ‘Democrazia Solidale-Centro Democratico’ alla Camera. (AGI)