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Sugli stage ha ragione il ministro Poletti

10 de maio de 2017 - Por Comunità Italiana
Sugli stage ha ragione il ministro Poletti

POLLETI-10-05Commentando l’efficacia del piano Garanzia Giovani, accusato di produrre stage e non posti di lavoro, lo scorso 9 maggio il ministro Poletti ha dichiarato al Corriere della Sera: “Non è proprio così. I nostri dati ci dicono che il 25% dei giovani che fanno uno stage poi resta in azienda con un contratto. Inoltre […] il 50% dei giovani che trovano un posto in precedenza ha fatto uno stage. Magari in un’altra azienda, ma sempre uno stage”.

L’antefatto
La polemica nasce dalla situazione eccezionale dell’Italia rispetto a Garanzia Giovani, il programma europeo di inserimento nel mondo del lavoro per i giovani che non sono impegnati in un’attività lavorativa, né inseriti in un percorso scolastico o formativo.

Sono i cosiddetti NEET (acronimo di Neither in Employment nor in Education and Training): con una percentuale del 26 per cento nel 2016 per i giovani tra i 20 e i 34 anni, l’Italia è al primo posto in Europa.

 

 

 

 

 

 

Per la realizzazione della Garanzia Giovani sono stati stanziati 1,5 miliardi di euro solo nel nostro Paese.

Come rilevato dalla Corte dei Conti Europea nella sua relazione speciale sulla disoccupazione giovanile, la media di chi trova lavoro grazie a questo progetto tra i 7 Paesi europei presi in considerazione nel biennio 2014-15 è dell’80%, con picchi del 90% in Francia e dell’86% in Croazia. L’Italia si ferma al 31%, lontanissima dalla penultima Irlanda, che arriva comunque al 64%.

Chi invece approda a un tirocinio, dopo aver sfruttato la Garanzia Giovani, è il 54% in Italia, contro una media del 13%. L’Irlanda, seconda in classifica, è sempre lontana con “solo” il 27% di ragazzi che finiscono in stage dopo una misura di quelle previste da Garanzia Giovani, che includono politiche attive di orientamento, istruzione e formazione e inserimento al lavoro.

 

I numeri di Poletti
I numeri citati dal ministro Poletti sono corretti. In base a quanto verificato da La Repubblica degli Stagisti, che ha avuto accesso al rapporto sulle comunicazioni obbligatorie del Ministero del Lavoro e ad altri dati extra-rapporto, nel 2014 e nel 2015 la percentuale di giovani assunti nella stessa azienda dopo lo stage è del 26,4%.

A questo dato va poi aggiunto un 26,7% di giovani che vengono assunti in un’azienda diversa rispetto a quella dove hanno fatto lo stage. In questo modo la percentuale totale di chi trova lavoro a seguito di uno stage sale al 53,1%.

Conclusioni
Poletti difende insomma l’efficacia di Garanzia Giovani che, anche se in Italia porta molti più giovani ad uno stage che non ad un posto di lavoro, avrebbe comunque un impatto positivo sulla dinamica occupazionale.

Da un lato non si può negare che lo stage dà una chance poco superiore al 50% di essere assunti – e ha quindi un’efficacia dimezzata rispetto alle assunzioni vere e proprie – e che i numeri dell’Italia sono particolarmente al di sotto della media.

Dall’altro, fanno notare ad esempio alcuni analisti, bisogna comunque contestualizzare nel quadro italiano questi dati. La crescita ancora troppo bassa, la spesa per i servizi pubblici del lavoro insufficiente e soprattutto la concomitanza del piano Garanzia Giovani con i forti incentivi alle assunzioni, come gli sgravi triennali, varati dal governo Renzi hanno avuto un impatto negativo sulla sua efficacia. (AGI)

Comunità Italiana

A revista ComunitàItaliana é a mídia nascida em março de 1994 como ligação entre Itália e Brasil.