Quella appena trascorsa è stata una settimana particolarmente ricca di sondaggi politici. La Supermedia ci regala non solo qualche piccola novità, ma anche qualche spunto di riflessione interessante. I numeri che stiamo per pubblicare sono il risultato di una media ragionata dei dati pubblicati nelle ultime due settimane e provenienti da ben sette diversi istituti demoscopici. Anche in questo caso il confronto da fare è sui dati del mese precedente, poiché – come abbiamo spiegato in passato – l’evoluzione dei sondaggi può essere apprezzata e interpretata solo nel medio periodo.
I dati della settimana: M5S 29,4% e Pd 26,7%
Veniamo quindi ai numeri: questa settimana il Movimento 5 stelle risulta essere di nuovo il primo partito, con un consenso poco al di sotto del 30 per cento (29,4%), in aumento di oltre un punto nell’ultimo mese. Un leggero aumento (per la prima volta da quando è iniziato il nostro appuntamento settimanale con AGI) lo registra anche il Partito Democratico, secondo con il 26,7% (+0,4).
Si lotta per la terza posizione
La terza posizione presenta la prima delle novità cui abbiamo accennato: Forza Italia risulta davanti alla Lega Nord, seppure di poco (12,9% contro 12,8%). Da rilevare che entrambi i partiti risultano stabili con una lieve tendenza all’incremento. Sebbene nei mesi scorsi la Lega sia stata spesso davanti a FI, il “paniere” dei sondaggi di queste ultime due settimane e quello del mese precedente (con dati provenienti da istituti in parte diversi) hanno visto il partito di Silvio Berlusconi in leggerissimo vantaggio. Sempre restando nel centrodestra, si registra una battuta d’arresto per Fratelli d’Italia, che perde quasi un punto ma resta pur sempre su valori piuttosto solidi (4,6%).
Il calo del Movimento Democratico e Progressista (MDP)
Un campanello d’allarme potrebbe suonare anche per i fuoriusciti ex PD di Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista: dopo le prime settimane, in cui si era registrato un trend in crescita, questa settimana MDP è dato in media sotto il 4%. Probabile che con il venir meno del cosiddetto “effetto novità” l’interesse per questa nuova formazione stia iniziando a calare, ma di ciò potremo avere la conferma solo nelle prossime settimane.Infine, i centristi di Alternativa Popolare e Sinistra Italiana restano sotto la soglia critica del 3% (rispettivamente con il 2,8 e il 2,4 per cento).
Conclusioni
Una considerazione che può essere fatta su questi numeri è la seguente: i soggetti maggiori (M5S e PD, ma anche FI e Lega) sembrano in buona salute, stabili o in aumento, mentre quelli minori – con l’unica eccezione di AP, che nell’ultimo mese è nata dalla “rifondazione” di NCD – subiscono delle perdite. Non sappiamo ancora se questo sia l’inizio di una concentrazione dei consensi sui partiti maggiori: possiamo dire che si tratta di una tendenza, per certi aspetti fisiologica, che in passato si è spesso registrata con l’avvicinarsi della data delle elezioni.
La rimonta di Melenchon in Francia
E, a proposito di elezioni, non può mancare un focus su quelle, importantissime, che si terranno a breve. In Francia, infatti, tra dieci giorni (il 23 aprile) si voterà per il primo turno delle elezioni presidenziali. Torneremo sull’argomento in modo più approfondito nel corso della prossima settimana: per ora ci limitiamo ad evidenziare quella che sembra essere una novità abbastanza clamorosa delle ultimissime settimane, ossia il recupero del candidato dell’estrema sinistra Jean-Luc Mélenchon. Nulla cambia nelle prime due posizioni: secondo praticamente tutti i sondaggi, Marine Le Pen (Front National, estrema destra) ed Emmanuel Macron (En Marche, centrista liberale) sono in testa nelle intenzioni di voto, con circa il 25% ciascuno. Anche François Fillon (centrodestra) resiste in terza posizione, poco sotto il 20%, nonostante i numerosi scandali che lo hanno riguardato; ma a tallonarlo c’è proprio Mélenchon, uscito vincitore nel duello a sinistra con il socialista Benôit Hamon in occasione dei due dibattiti televisivi che ci sono stati finora. Qui Mélenchon si è mostrato ben più carismatico di Hamon (che pure aveva vinto le primarie del Partito Socialista) e da allora i suoi consensi hanno preso a salire inesorabilmente, e proprio ai danni di quest’ultimo. È ancora presto per ipotizzare che la lotta per il ballottaggio si sia riaperta, ma se Mélenchon dovesse superare anche Fillon e giungere terzo sarebbe un risultato storico: per la prima volta, infatti, il candidato di estrema sinistra finirebbe davanti a quello del PS. Il tutto in un quadro in cui una novità enorme è rappresentata da un ballottaggio presidenziale da cui sono esclusi sia il candidato socialista che quello repubblicano/gollista.(AGI)