Comunità Italiana

Taglio stipendi manager pubblici, no dal Senato

Soppressa la norma sul tetto ai compensi dei manager pubblici introdotta alla Camera nel dl fare che modificava le disposizioni previste dal Salva-Italia. A larga maggioranza le commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato hanno approvato la cancellazione delle modifiche. Si torna quindi alla norma originaria previsto dal decreto del governo Monti. Non e’ quindi passata la linea del governo. Le commissioni Affari Costituzionali e Bilancio del Senato non hanno votato l’emendamento del governo al dl fare che prevedeva per il tetto ai compensi dei manager pubblici un ‘sistema differenziato’ per le societa’ non quotate controllate da societa’ con titoli azionari quotati rispetto a quelle controllate da societa’ emittenti altri strumenti finanziari.
In generale per le societa’ quotate a controllo pubblico, il testo dell’esecutivo prevedeva una riduzione del 25% in sede di rinnovo degli organi di amministrazione dei compensi rispetto a quelli deliberati per il precedente mandato. La proposta stabiliva inoltre il divieto per tutte le societa’ a controllo pubblico, a eccezione di quelle emittenti titoli azionari quotati e loro controllate, di corrispondere agli amministratori con deleghe bonus, indennita’ o benefici economici di fine mandato.Il governo si e’ rimesso alla decisione delle commissioni che hanno approvato un emendamento soppressivo della norma introdotta alla Camera che modificava il Salva Italia. Il decreto Monti a cui si e’ sostanzialmente tornati stabilisce infatti che il compenso degli amministratori dotati di particolari cariche fissato dal cda delle societa’ non quotate direttamente e indirettamente controllate dalle pubbliche amministrazioni non puo’ comunque essere superiore al trattamento economico del primo presidente della Corte di Cassazione. La modifica introdotta alla Camera escludeva invece dal tetto il trattamento economico degli amministratori dotati di particolari cariche delle societa’ (quotate a controllo pubblico diretto o indiretto) che svolgono servizi di interesse generale anche di rilevanza economica. (Agenzia AGI)