Comunità Italiana

«Talk show, paletti anche nelle tv private»

Scelta dell'Agcom. Mediaset e Sky ricorrono al Tar

 

ROMA —Anche le tv private dovranno sottostare al regolamento sulla par condicio votato il 9 febbraio dalla commissione di Vigilanza Rai. Lo ha deciso la commissione Servizi e prodotti dell’Autorità per le Comunicazioni, che ha votato a maggioranza norme conformi. Hanno votato sì i commissari di area Pd Michele Lauria e Sebastiano Sortino con Gianluigi Magri, Udc. Invece i l presidente Corrado Calabrò ha votato contro, come Giancarlo Innocenzi, area Pdl.

In sostanza i tre sì sono legati alla volontà di non creare un vantaggio all’emittenza privata rispetto alla Rai, anche in termini di introiti pubblicitari. Il «no» di Calabrò è legato a una sua convinzione già resa pubblica: il regolamento Beltrandi, che sottopone (articolo 6 comma 4) le trasmissioni di informazione alle stesse regole delle tribune elettorali, sarebbe in netto contrasto con la legge-madre sulla par condicio che invece sottrae quegli appuntamenti ai vincoli (articolo 5 della legge 28 del 2000) distinguendo, dice Calabrò, tra comunicazione politica e informazione.

Primo effetto concreto: il ricorso al Tar sia di Mediaset che di Sky. Mediaset: «L’Agcom ha fatto proprio il regolamento della Commissione parlamentare di Vigilanza per il servizio pubblico che risponde a principi costituzionali ed è disciplinato da norme diverse da quelle che regolano l’emittenza privata. Pertanto l’estensione automatica delle norme sulla par condicio dettate per il servizio pubblico alle tv private risulta assolutamente priva di fondamento». Sky: «Decisione in evidente violazione dei principi di libero mercato ma, soprattutto, del principio di libertà d’opinione e di espressione previsto dalla Costituzione italiana».

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Intanto alla Rai si pensa a un Consiglio di amministrazione straordinario, probabilmente nel fine settimana (il direttore generale Mauro Masi è all’estero per motivi personali). I direttori di rete hanno ricevuto una nota dell’ufficio legale Rai, firmata dal vicedirettore vicario Pierluigi Lax, in cui si ipotizzano tre soluzioni (pagina 5 e 6 della circolare): «Sospendere i programmi di approfondimento più seguiti e sostituirli con tribune elettorali. Oppure mandare in onda detti programmi che però dovrebbero essere strutturati come quelli di comunicazione politica, con presenza a rotazione di tutti i soggetti aventi diritto e con ripartizione aritmetica dei tempi loro assegnati. Oppure proseguire la messa in onda purché non ospitino soggetti politici e non trattino temi neanche indirettamente politico-elettorali, prevedendo al contempo in spazi analoghi (ossia nella medesima fascia oraria) la trasmissione di Tribune politiche». Ma il direttore generale Mauro Masi sarebbe orientato verso la terza soluzione: via i politici dagli approfondimenti, spazi adeguati in palinsesto alle tribune politiche. La «prova generale » sarebbe stata l’ultima puntata di Annozero Michele Santoro e il Porta a porta su Sanremo.

Fonte: www.corriere.it