Comunità Italiana

Telecom passa a Telefonica

“Guardiamo, valutiamo, stiamo in un mercato europeo. Bisogna quindi considerare – ha sottolineato il premier – che Telecom è una società privata. Vigileremo perché ci sia un massimo di attenzione ai profili occupazionali e agli aspetti strategici per l’Italia. Tuttavia – ha proseguito – vorrei ricordare a tutti quelli che stanno parlando in queste ore che Telecom e’ stata privatizzata, e che di tutte le privatizzazioni italiane non credo sia stata uno dei più grandi successi. Quindi – ha sottolineato Letta – anche se arrivassero dei capitali europei credo potrebbe aiutare Telecom a essere migliore rispetto agli ultimi 5 anni”.

“Vorrei ricordare a tutti che Telecom e’ stata privatizzata, e che di tutte le privatizzazioni italiane non credo sia stata uno dei più grandi successi. Quindi anche se arrivassero dei capitali europei credo potrebbe aiutare Telecom a essere migliore rispetto agli ultimi 5 anni”, ha concluso Letta.

D’Alema, era già privatizzata – “Non ho venduto nessuna azienda. Telecom era già privatizzata ed è stata acquistata con una opa sul mercato, come è naturale che accada in una economia di mercato”. E’ quanto afferma l’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema commentando l’acquisizione di Telecom da parte degli spagnoli.
“Fu deciso concordemente che il governo non dovesse intervenire e tale decisione fu presa innanzitutto con il concorso di chi ne aveva la diretta responsabilità, cioè il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi”. “Ancora oggi penso che fu una scelta giusta quella di rispettare il mercato e consentire che una grande impresa italiana potesse essere acquistata come avviene normalmente in tutti i Paesi di democrazia liberale. E’ ridicolo fare discendere difficoltà e decisioni odierne da una vicenda che risale ormai a quasi 15 anni fa”. Secondo D’Alema, comunque, il Parlamento fa bene oggi a “chiedere chiarezza” su quanto sta avvenendo ora sulla Telecom. E ricorda che dopo quanto avvenne 15 anni fa, la Telecom “ha vissuto complesse e infinite vicissitudini”.

di Marcella Merlo
Telecom diventa spagnola. L’accordo è stato firmato stamane in un noto studio legale milanese tra i soci italiani di Telco e Telefonica, dopo che la holding, cui fa capo il 22,4% del gruppo di tlc, ha riunito di buon’ora il Cda e l’assemblea per deliberare l’aumento di capitale riservato al socio iberico. Quest’ultima salirà con due successive ricapitalizzazioni per complessivi 441 milioni di euro dall’attuale 46,18% di Telco (corrispondente al 10,34% di Telecom) al 66% (il 14,78% della controllata) già nella giornata odierna poi, dopo l’ok delle autorità antitrust, al 70% della finanziaria (ossia il 15,68% di Telecom).

Madrid ha inoltre l’opzione ad arrivare al 100% a partire dal prossimo primo gennaio, sempre che arrivino i via libera anche dalle autorità di Brasile e Argentina. I due aumenti, da 324 e 117 milioni, valorizzano le azioni Telecom 1,09 euro contro un prezzo di 0,6 euro in Borsa dove il titolo, dopo uno strappo iniziale, limita ora il rialzo all’1,5%. Nei fatti il mercato resta escluso dall’operazione. In più il colosso guidato da Cesar Alierta rileva, sempre oggi, da Generali, Intesa e Mediobanca parte del prestito obbligazionario di Telco pagandolo in azioni Telefonica, valorizzate a 10,86 euro (11,2 euro le quotazioni attuali a Madrid) che le due banche e il Leone potranno vendere sul mercato dopo un breve lock-up di 15 giorni. L’impegno per gli spagnoli, che arriveranno a detenere, dagli 820 milioni attuali, 1,2 miliardi del prestito soci da complessivi 1,7 miliardi, è in questo caso di altri 400 milioni. Nel complesso tra denaro e carta gli spagnoli mettono sul piatto poco meno di 850 milioni, (per la precisione 841) per arrivare al 70% del capitale e a un’equivalente quota del bond. Mediobanca e Intesa rifinanzieranno invece per 700 milioni il debito di Telco, mentre 324 milioni del primo aumento di capitale a carico di Telefonica serviranno per rimborsare alle altre banche creditrici parte dell’indebitamento da circa 1 miliardo della holding in scadenza a novembre.

Per Piazzetta Cuccia, che ha svalutato Telco a 0,53 euro, si profila un utile di 60 milioni, mentre il Leone, che ha in carico le azioni a 1,2 euro, registra un svalutazione netta di 65 milioni. L’a.d della compagnia Mario Greco si è detto comunque soddisfatto dell’accordo. Il presidente operativo del gruppo di tlc ha invece voluto sottolineare che ”Telecom Italia non diventa spagnola” perchè ”l’operazione riguarda Telco”. Certo è che Telefonica, che in prima battuta riceve con gli aumenti di capitale solo azioni Telco prive del diritto di voto, dal prossimo gennaio potrà convertirle, fino a un massimo del 64,9%, in azioni con diritto di voto e potrà avere cinque rappresentanti nel consiglio della holding (dai quattro attuali) da affiancare ai cinque degli italiani (oggi sono sei). Per quanto riguarda poi il board di Telecom (non meno di 13 componenti), al netto dei posti riservati alle minoranze il fronte nazionale potrà indicare i primi due nomi della lista mentre i restanti saranno espressi per metà dai soci italiani e per metà da Telefonica. Gli azionisti potranno in ogni caso chiedere la scissione della holding per ottenere direttamente le azioni della controllata: una prima finestra è stata fissata tra il 15 e 30 giugno dell’anno prossimo e una seconda tra l’1 e il 15 febbraio 2015. Secondo Confindustria, l’operazione “e’uno snodo importante e le bandiere non contano”. Molto preoccupati invece i sindacati, che puntano l’accento sul rischio occupazionale e chiedono garanzie. Domani intanto il numero uno di Telecom, Franco Bernabe’, sarà ascoltato in Senato.

Telefonica, azionariato stabile e indipendenza – L’accordo per il riassetto di Telco porta ”stabilità nell’azionariato di Telecom e indipendenza del gruppo”. Lo assicura Telefonica in una nota sottolineando che ”continuerà ad astenersi dal partecipare o di influenzare le decisioni che incidono sui mercati in cui entrambe le società sono presenti”.

Telefonica inoltre ”rinnova il suo impegno a contribuire allo sviluppo di Telecom Italia nel suo mercato interno, con le sinergie e la condivisione delle migliori pratiche. Allo stesso tempo, la rinnovata stabilità nell’azionariato della società italiana consentirà di esplorare le migliori opzioni strategiche per recuperare la sua flessibilità finanziaria”, si legge in una nota. Telefonica si rivolge anche ai propri azionisti precisando che l’accordo ”non modifica l’impegno di Telefonica con i mercati a ridurre l’indebitamento finanziario netto al di sotto di 47 miliardi di euro entro la fine del 2013, in quanto la struttura dell’operazione prevede un impatto neutro sulla leva della società”.

Giornata calda per Telecom in Piazza Affari: il titolo, partito subito forte dopo la crescita di Telefonica nella holding di controllo Telco, ha chiuso in rialzo dell’1,69% a 0,6 euro. Molto forti gli scambi: 511 milioni di azioni (pari al 3,8% del capitale) contro una media recente di 145 milioni. Molto bene anche Mediobanca (+3,6%) mentre è piatta la chiusura di Telefonica a Madrid.

Fonte: Ansa