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Home > Thyssen: colpe certe, condizioni per elevare le pene

Thyssen: colpe certe, condizioni per elevare le pene

25 de abril de 2014 - Por Comunità Italiana

“Con la decisione di ieri sera le responsabilità degli imputati per il rogo della Thyssen sono accertate ed, anzi, il rischio è che nel nuovo processo di appello le pene aumentino”. Lo sottolineano fonti dei supremi giudici spiegando il verdetto delle Sezioni Unite penali. La Cassazione ha infatti annullato ieri la sentenza della Corte d’appello di Torino.
“E’ stato stabilito – riferiscono le stesse fonti – che il reato di rimozione ed omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro (art.437 codice penale) non può essere assorbito negli altri reati come l’omicidio colposo e incendio ma deve essere considerato e punito come reato autonomo”.
“Il rogo della Thyssen è un fatto di drammaticità senza precedenti e la Cassazione ha creato le condizioni di diritto perché nel nuovo processo d’appello possano essere inflitte agli imputati le pene in assoluto più alte che siano mai state irrogate per incidenti di questo tipo”. Così fonti della Suprema Corte spiegano il verdetto di ieri sera delle sezioni unite penali. “Abbiamo riconosciuto tutte le colpe configurabili – proseguono le stesse fonti – e abbiamo detto che la rimozione delle cautele infortunistiche deve essere considerato come reato a sé stante. E’ la prima volta che questo succede”.
“Nel nuovo processo d’appello chiederemo un aumento della pena per gli imputati”: è quanto afferma, da Torino, il pubblico ministero Raffaele Guariniello a proposito della sentenza Thyssenkrupp. Il magistrato ragiona sulla base del dispositivo letto ieri sera dalla Corte di Cassazione.
In base a quanto si ricava dalla lettura del dispositivo, ha spiegato Guariniello, la Corte ha escluso la tesi secondo la quale il reato di disastro è assorbito dall’omissione volontaria di cautele contro gli incidenti. “In pratica – ha commentato il pm di Torino – vengono considerati due reati autonomi. Ai quali si deve aggiungere l’omicidio colposo. La conseguenza è che chiederemo un aumento delle pene”.
“Eravamo speranzosi, ora ci sentiamo sconfitti e scontenti anche se sapevamo che sarebbe finita così”. Rosina Platì, madre di Giuseppe De Masi, uno dei sette operai morti nel rogo della ThyssenKrupp di Torino, ha commentato in questi termini la sentenza della Cassazione. Secondo Rosina Platì, “è stata una sentenza pessima, ci hanno presi in giro”. Ora per i familiari “non resta che attendere la nuova sentenza della Corte d’Appello. Ci prepareremo. Saranno contenti gli imputati che erano pronti ad andare in galera e invece hanno trovato questa sentenza. Se non fosse per l’opinione pubblica, che si sarebbe rivoltata contro, li avrebbero pure assolti, ma non hanno avuto quel coraggio…”. Analogo il commento di un’altra familiare, Sabina Laurino, moglie di una delle sette vittime: “Non avevo dubbi che sarebbe finita così. Del resto, non è che la condanna degli imputati ci farà mai riavere i nostri cari. Ma non è vero che la giustizia è uguale per tutti, come dice la legge. Io non ci credo. Io mi affido a una sola giustizia, quella di chi sta sopra a tutti noi”. (ANSA)

 

Comunità Italiana

A revista ComunitàItaliana é a mídia nascida em março de 1994 como ligação entre Itália e Brasil.