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Travestiti

16 de setembro de 2011 - Por Comunità Italiana

{mosimage}La vita moderna ci obbliga ad apparire diversi da come siamo

Non pensino i maliziosi che voglia censurare le passeg­giate dei maschietti che, in sgargianti e ridotte vesti femminili, borsette al vento, adornano il paesaggio urbano offrendo ai passanti le loro grazie, e ciascuno immagini quali a seconda dei suoi pruriti. Parlo di trave­stiti seri. Il pollice verso di Nerone non fu sufficente a sterminare la stirpe dei gla­diatori. Negli anni essi si moltiplicarono, tanto che oggi, nei pressi del Colosseo, ve ne sono centinaia e non c’è più spazio per le nuove leve. E quando nuovi gladiatori appaiono sono botte all’ultimo sangue, molto più pittoresche di quelle di due mil­lenni fa.

Anche oggi, come ieri, il trofeo è la sopravvivenza: allora era la vita, oggi è la cinesina che vuole essere immortalata con il panciuto, sudato e poco convincen­te gladiatore romano e paga la tariffa di 20 euro per foto, garantendo cosí la pagnot­ta giornaliera, ben farcita, al vincitore. Il gladio di latta, l’elmo giallo-rosso e lo scu­do di plastica evitano la carneficina e il vincitore, tronfio come un gallo, orgoglio­so di aver difeso il suo spazio minacciato, controlla la fuga degli usurpatori alla ri­cerca di luoghi meno battuti dalle giulive cinesine. Quella vaga aria felliniana che si respira a Trastevere, il dolce ponentino e il buon Frascati, quando è buono, sem­brano incoraggiare il visitante a celare la sua vera natura e apparire migliore, o co­munque diverso. Cosí che i peccatori più incalliti si mischiano con i devoti e vanno, la domenica mattina, a farsi benedire in piazza San Pietro e vogliono, non importa il sacrificio e la fatica, prostarsi di fronte alla tomba di Papa Wojtyla. Senza pen­tirsi. Il trasformismo più stupefacente è quello dei pagliacci.

Un tempo, quando c’era logica nelle cose, gli esseri umani si travestivano da pagliacci per divertirsi e divertire, un’ora o tutta una vita, a seconda del carattere. Oggi tutto gira al contrario e i pagliac­ci si travestono da politici, frequentano i palazzi del potere, governano e fanno decreti che i sudditi, poveracci o trave­stiti da poveracci, subiscono o aggirano quando possono. Roma sembra essere il palco perfetto per questa sceneggiata. Vedendolo e ascoltandolo, l’homo po­liticus sembra una persona serissima. Giacca e camicia impeccabili, cravatta elegantemente annodata, sa parlare ed essere convincente. Con alcune eccezio­ni, naturalmente: per esempio Bossi e i suoi legionari, ruspanti e sbracati nel linguaggio e nell’abbigliamento. L’ho­mo politicus, occhio sfuggente per la vergogna, riesce a convincere che la sua missione è il bene del Paese. Poi, visti i risultati, ci rendiamo conto che ciò che conta per lui è la supremazia del suo gruppo politico, garanzia di poltrone ben remunerate. Non importa quanto bi­slacche e nocive siano le sue idee. Questi signori, si fa per dire, sono intelligenti­ni; sembra impossibile che sfornino le scemenze che leggiamo sui giornali e scartino le opzioni serie che farebbero bene all’Italia. È la moderna comme­dia dell’arte, giacca e cravatta al posto delle nostre gloriose vecchie masche­re. Ma forse il mondo di oggi esige che ci si travesta. Dei vigliacchi black bloc vediamo solo gli occhi. Potrem­mo persino capirli se affrontassero a viso aperto la polizia: non mi sta be­ne il mondo in cui vivo e quindi lotto contro uno strumento del potere. Nascondersi è viltà: tiro il sasso e na­scondo la mano.

Vi sono poi le musulmane ortodos­se che si travestono da spaventapasseri.

Sotto quel burka ci può essere chiun­que: una femmina sottomessa, mio nonno o un ET. Non lo sapremo mai. I dubbi sono angosciosi. Potrà sedersi al bar? Come farà ad andare in bagno? Come potrà bere un caffè? Mistero. Il sindaco Pisapia vuole aprire una mo­schea in ogni quartiere di Milano. Quegli enigmatici esseri prenderanno coraggio e la Galleria si popolerà di cilindri con fessura per gli occhi e tar­ga di riconoscimento sul didietro, di futura adozione. Armani disegnerá il burka made in Italy, con cristalli Swa­rovski. Ma non stupiamoci: in fondo ci travestiamo un po’ tutti quando vo­gliamo apparire quelli che non siamo. Cioè spesso. È una delle regole del manuale di sopravvivenza nella giun­gla moderna.

Comunità Italiana

A revista ComunitàItaliana é a mídia nascida em março de 1994 como ligação entre Itália e Brasil.