Comunità Italiana

Truffa con fondi pubblici ed estorsione, arrestato deputato Ars dell’Mpa Minardo

Indagato con la moglie e altre tre persone: ai domiciliari
L’inchiesta ruota attorno a contributi al Copai e all’acquisto di palazzi nobiliari a Pozzallo e Modica

RAGUSA – Si sarebbe reso responsabile di una «gestione privatistica» di fondi pubblici e avrebbe falsificato documenti per accedere a erogazioni provenienti dallo Stato, dalla Regione siciliana e da altri enti pubblici. Per questi motivi il deputato regionale siciliano del Mpa Riccardo Minardo, presidente della I commissione dell’Ars Affari istituzionali ed ex parlamentare nazionale di Forza Italia, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza, insieme ad altre quattro persone, nell’ambito di un’inchiesta su una presunta truffa legata a finanziamenti statali ed europei. Le accuse nei suoi confronti sono di associazione per delinquere, truffa aggravata, malversazione ai danni dello Stato ed estorsione aggravata.

ALTRI QUATTRO ARRESTI – Oltre al politico di Modica, gli arresti domiciliari sono stati concessi anche agli altri quattro indagati: sua moglie, Giuseppa Zocco, il presidente del Consiglio di amministrazione del Copai, Rosaria Suizzo, il marito della donna Mario Barone, proprietario di alcune società, e Pietro Maienza, legale rappresentante di una di queste. I cinque provvedimenti di custodia cautelare sono stati firmati dal Gip di Modica, Patricia Di Marco.

ESTORSIONE A IMPRENDITORI AGRICOLI – Secondo l’accusa di estorsione Minardo, Giuseppe Ruta e Rosaria Suizzo avrebbero costretto quattro imprenditori agricoli «attraverso la minaccia ed il paventato pericolo di decadere dal finanziamento per scadenza dei termini, nonché di dover restituire le somme già percepite a titolo di acconto» a consegnare loro la somma di oltre centomila euro. Minardo era stato incaricato dagli imprenditori agricoli di istruire le loro istanze per accedere ai fondi POR 2000-2006. Con l'accusa di malversazione ai danni dello Stato, è indagata anche la figlia del politico, Serena Minardo.

GESTIONE «PRIVATISTICA» DI FONDI PUBBLICI – Le indagini avrebbero consentito «di accertare l’esistenza di una realtà associativa criminosa composta dagli indagati, legati da un apparato organizzativo suscettibile di essere ripetutamente utilizzato per la commissione di un numero imprecisato di delitti e concretamente utilizzato in molteplici vicende». Secondo la Gdf dalle indagini è emersa «la gestione privatistica del patrimonio del Copai, formato integralmente da fondi di provenienza pubblica, da parte degli indagati, tra i quali vi erano notevoli flussi finanziari all’apparenza privi di qualsiasi giustificazione». Le indagini avrebbero riscontrato «il complesso meccanismo di frode gestito dagli indagati, anche mediante la creazione di falsi documenti: false fatture, falsi verbali di assemblea, false dichiarazioni di quietanza, e finalizzato a percepire indebitamente erogazioni provenienti dallo Stato, dalla Regione siciliana e da altri enti pubblici e a destinarli a finalità di personale arricchimento e comunque diverse da quelle previste, nonché a percepire illecitamente da privati profitti non dovuti».

Fonte: Corriere