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Trump ‘cyberbully in chief’, i 10 tweet più velenosi

Donald Trump non ha peli sulla lingua, si sa. E i suoi messaggi al vetriolo su Twitter lo dimostrano. Nella sua lunga cavalcata verso la Casa Bianca ne ha avuto praticamente per tutto e tutti, sparando a zero contro democratici e repubblicani, giornalisti e conduttori tv, vip e rappresentanti delle Istituzioni. Ma l’attacco a freddo lanciato contro il semi-sconosciuto Chuck Jones, presidente del sindacato dei metalmeccanici dell’Indiana, che aveva osato contestare sue affermazioni in pubblico, è stato vissuto come la classica goccia che fa traboccare il vaso. Non era mai successo, rifllette il New York Times, che Trump si scagliasse contro un operaio 70enne, “un umile lavoratore”, come si è definito lo stesso Jones. E allora il quotidiano ora si domanda: il comandante in capo Donald Trump è anche il ciber-bully in chief?

A scatenare l’ira del presidente eletto è stata la comparsata mercoledì di Jones negli studi della Cnn, dove il sindacalista ha messo in dubbio il programma anti-delocalizzazione del presidente eletto. Il 1 dicembre Trump era andato a Indianapolis per annunciare di aver convinto la Carrier Corporation, azienda che produce sistemi di climatizzazione, a non chiudere il suo stabilimento locale, salvando 1.100 posti destinati ad essere delocalizzati in Messico. Jones ha criticato i numeri, spiegando che in realtà sono stati messi in salvo solo 800 lavoratori. Precedentemente, in un articolo del Washington Post, aveva accusato Trump di essere venuto in Indiana “a sparare una grande cavolata”.

Il tweet di Trump non si è fatto attendere. “Chuck Jones ha fatto un pessimo lavoro”, ha scritto venti minuti dopo la fine dell’intervista della Cnn. “Non stupisce che le aziende scappino dal Paese!”. Messaggio cui ne è seguito un secondo in cui invitava il metalmeccanico “a lavorare di più e parlare di meno”.

“Quando attacchi un uomo perché ha un’esistenza ordinaria e fa un lavoro ordinario, questo è bullismo”, ha commentato l’analista politica Nicolle Wallace.(AGI)

Quello contro Jones è solo l’ultimo della lunghissima fila dei 289 cyber attacchi di Trump (il New York Times ne ha addirittura realizzato una mappa a questo link), abilissimo nel trasformare la piattaforma social in un vero e proprio ring dove mettere a tappeto i critici. O nel rilanciare, con soli 140 caratteri, fake-news che hanno contribuito non poco alla sua vittoria alle presidenziali dell’8 novembre. Ecco i suoi 10 tweet più velenosi (anche se, in realtà, lo sono quasi tutti):

1- Barack Obama “non è americano”

La bufala sulla nascita di Obama stato un vero e proprio tormentone. Ad agosto 2012, in piena campagna elettorale per le presidenziali, Trump scriveva: “una fonte ‘estremamente credibile’ ha chiamato il mio ufficio e mi ha detto che il certificato di nascita di Barack Obama è falso”. Affermazione ripetuta più volte, addirittura invitando l’allora candidato repubblicano Mitt Romney a chiedere al presidente, in corsa per il secondo mandato, perché nella sua autobiografia “afferma di essere nato in Kenya e cresciuto in Indonesia”. Per porre fine alla questione e ridicolizzare Trump, Obama ha esibito il suo certificato di nascita. “Sono americano, basta idiozie”

2 – Il Messico? “Ci stanno uccidendo”

Il leit-motiv dei messicani “criminali e stupratori” ha inaugurato la discesa in campo di Trump. In questo tweet spara ad alzo zero contro i ‘vicini’ che “ci stanno uccidendo al confine e ci stanno uccidendo sul lavoro e nel commercio. Combattiamo!”. Gli attacchi di Trump contro altri Paesi hanno comunque spaziato, dalla Cina “terribile!” all’Iran “che fa molte brutte cose dietro le nostre spalle”.

3 – Basta Bush!!

I Bush sono stati spesso bersaglio di Trump, che nella corsa per le primarie del Grand Old Party (come è conosciuto il partito repubblicano) si è scontrato col rampollo ‘gentile’ Jeb, figlio e fratello d’arte ma bocciato dagli americani per mancanza di carisma. In questo tweet invoca “Troppo è troppo, basta Bush!!” e rimanda a un video su Instragram in cui si prende gioco della dinasta, ironizzando sullo slogan di George W.: “Leggete le mie labbra, niente nuove tasse”.

4 – Il veterano tonto

Tra le vittime preferite di Trump c’è il veterano di guerra e collega di partito John McCain, disconosciuto come eroe perché catturato in Vientnam: “a me piacciono quelli che non si fanno catturare”. Lo ha deriso su Twitter più di una volta; nel luglio 2015, mentre McCain si ricandidava – all’eta di 80 anni – alle primarie repubblicane per il seggio da senatore in Arizona, Trump twittò: “dovrebbe essere sconfitto. Era l’ultimo della sua classe ad Annapolis—tonto!”. McCain ha poi vinto le primarie del Gop ed è stato eletto al Senato col 53% delle preferenze.

5 -“Merkel ha rovinato la Germania”

“Vi avevo detto che Time non mi avrebbe mai scelto come persona dell’anno, malgrado fossi il favorito. Hanno scelto la persona che sta rovinando la Germania”. Così polemizzava Trump nel 2015 dopo che il prestigioso magazine aveva deciso di incoronare la cancelliera Angela Merkel. Un anno dopo, Time lo ha smentito e gli ha dedicato la copertina di persona del 2016 come “presidente degli Stati divisi d’America”

6 – “Fatti una vita, Megyn!”

Sui battibecchi in tv e via Twitter tra Trump e la anchorwoman della Fox, Megyn Kelly, si potrebbe scrivere un trattato. L’apice fu raggiunto quando lui fece una volgare allusione al “ciclo mestruale” della conduttrice. In questo tweet la invita a “farsi una vita” invece di parlare sempre male di lui nel suo programma. I due hanno poi fatto pace.

7 – L'”imbarazzante” Nikki Haley

“La gente del Sud Carolina è imbarazzata da Nikki Haley”, affondava Trump nel mese di marzo, criticando le politiche morbide verso gli immigrati della governatrice del South Carolina. La 44enne Haley, che aveva appoggiato Rubio e poi Cruz nelle primarie repubblicane, è stata invece la prima donna a entrare nella squadra del presidente, scelta a sorpresa come neo-ambasciatore all’Onu

The people of South Carolina are embarrassed by Nikki Haley!

8 – La Fondazione Clinton “un’impresa criminale”

Gli attacchi di Trump contro la “corrotta” Hillary Clinton non si contano. E si affiancano a quelli contro il marito Bill, “selvaggio” e “peggior abusatore di donne nella storia della politica americana”. Il fendente più duro è forse quello contro la “Bill, Hillary and Chelsea Clinton Foundation”, descritta come una “impresa criminale”.

9 – “Baldwin fa schifo. Chiudete il programma”

Donald Trump non ha riso di fronte alla parodia dell’attore Alec Baldwin, che gli fa abitualmente il verso nel popolare show Saturday Night Live. “E’ tempo di chiudere questo programma noioso e non divertente. Il ritratto di Alec Baldwin fa schifo”, si è lamentato

10 – “Wow, il New York Times sta perdendo migliaia di lettori”

Trump si è scagliato praticamente contro tutti i media, dal Wall Street Journal “scarso in matematica” al “disonesto” Washington Post, fino a Vanity Fair che non ha più lo “stile” di una volta. In questo recente tweet esulta perché il New York Times starebbe perdendo “migliaia di abbonamenti” a causa della copertura “molto inaccurata e scadente del ‘fenomeno Trump'”