Hillary Clinton contro Donald Trump: l’ex first lady e il miliardario sono a un passo dal duello che l’8 novembre portera’ uno dei due a conquistare la Casa Bianca. Nell’ultimo super-martedi’, le primarie nei cinque stati del nordest (Connecticut, Delaware, Maryland, Pennsylvania e Rhode Island), il magnate americano ha fatto l’en plein e trionfato in tutte e cinque le ‘corse’. Anche l’ex Segretario di Stato ha avuto una serata fenomenale: una vittoria netta in Maryland e Pennsylvania (i ‘bottini’ piu’ ghiotti’), ma anche in Delaware e Connecticut, e ha ceduto il passo a Bernie Sanders solo nel piccolo Stato del Rhode Island. “Questa e’ stata la nostra notte piu’ grande: mi considero il candidato ‘presunto’ ” repubblicano, ha esultato il tycoon newyorchese nel suo quartier generale, la Trump Tower sulla Quinta Strada, al suo fianco la moglie Melania, il figlio Eric e, tra gli altri, l’ex candidato Gop alla presidenza, Chris Christie. Le vittorie lo hanno portato a un passo dalla soglia dei 1.237 delegati per conquistare automaticamente la candidatura. “Quando un pugile mette a terra un altro pugile non e’ che bisogna aspettare una decisione”, ha insistito Trump reclamando la nomination. Per Ted Cruz, che non si e’ aggiudicato alcun delegato, il nordest e’ stata una debacle preannunciata. Il senatore del Texas e’ arrivato sempre terzo, dietro John Kasich, tranne che in Pennsylvania. Il tutto malgrado l’accordo anti-Trump che i due avevano stretto per non farsi concorrenza nei diversi stati.
La notte ha messo il ‘turbo’ a Hillary, verso il magico numero di 2.383 delegati necessari per la nomination ma Sanders non accenna a voler mollare e anzi, parlando davanti a 6.500 persone in West Virginia, si e’ appellato ai super delegati sottolineando come sia riuscito a conquistare piu’ voti dell’ex Segretario di stato tra gli indipendenti e i repubblicani. “Con il vostro aiuto torneremo a Filadelfia per la convention democratica con la maggioranza dei voti”, ha assicurato, parlando nella citta’ dove il partito dell’Asinello dovrebbe decretare la sua incoronazione. L’ex first lady ha rivolto a Sanders parole di apprezzamento, corteggiando i suoi sostenitori, e riservando gli attacchi solo al suo papabile rivale del Gop. “L’altro giorno Trump mi ha accusata di giocare la carta dell’essere donna. Ma se combattere per la salute delle donne, per i permessi familiari retribuiti e per equita’ nei salari significa giocare la carta di essere donna, allora ci sto'”. La replica del miliardario e’ arrivata pochi minuti dopo. Se Hillary “fosse un uomo – ha replicato il magnte del ‘real estate’- non arriverebbe al 5% dei voti”. La parola passa ora all’Indiana, dove i candidati si contenderanno 92 delegati democratici e 57 repubblicani.
La notte ha messo il turbo a Hillary verso il magico numero di 2.383 delegati necessari per la nomination ma Sanders non accenna a voler mollare e anzi, parlando davanti a 6.500 persone in West Virginia, si è appellato ai super delegati sottolineando come sia riuscito a conquistare più voti dell’ex Segretario di stato tra gli indipendenti e i repubblicani. “Con il vostro aiuto torneremo a Filadelfia per la convention democratica con la maggioranza dei voti”, ha assicurato Hillary parlando nella citta’ dove il partito dell’Asinello dovrebbe decretare la sua incoronazione.
L’ex first lady ha rivolto a Sanders parole di apprezzamento, corteggiando i suoi sostenitori, e riservando gli attacchi solo al suo papabile rivale Gop. “L’altro giorno Trump mi ha accusata di giocare la carta dell’essere donna – ha affermato Clinton – ma se combattere per la salute delle donne, per i permessi familiari retribuiti e per equita’ nei salari significa giocare la carta di essere donna, allora ci sto'”. La replica del miliardario è arrivata pochi minuti dopo. Se Hillary “fosse un uomo – ha rincarato il magnate del real estate – non arriverebbe al 5% dei voti”. La parola passa ora all’Indiana, dove i candidati si contenderanno 92 delegati democratici e 57 repubblicani. (AGI)