Il razzismo si combatte anche a gesti. Ecco la proposta della Gazzetta: diamo la fascia al fuoriclasse in occasione dell'amichevole Germania-Italia in programma il 19 febbraio 2011 a Dortmund
{mosimage}MILANO – La proposta della Gazzetta per dare un calcio al razzismo? Far indossare per una sera la fascia di capitano a Mario Balotelli, in occasione dell'amichevole contro la Germania in programma il 19 febbraio 2011 a Dortmund. Proprio così: Mario capitano per una notte.
la fascia a supermario — Mercoledì a Klagenfurt, Prandelli stava entrando in campo per abbracciare Balotelli bersagliato dagli insulti razzisti. Gli azzurri lo faranno al prossimo buuu. L’odio si combatte anche con gesti forti. Ne proponiamo uno: Mario capitano per una notte, nell’amichevole di febbraio in Germania. Non ci sono neri italiani? Sì e ci rappresentano. Balotelli siamo noi. In questi casi si dice: non facciamo da cassa da risonanza. E invece no, facciamolo. Razzisti da stadio, rileggete qui i carmi della vergogna che avete cantato o steso a Klagenfurt. "Non ci sono negri italiani", "Nell’Italia solo italiani", "No all’Italia mulietnica". Orgogliosi? Noi li ripetiamo perché non temiamo il rischio del contagio, convinti che la stragrande maggioranza degli italiani accetti il paese multietnico che i nazionalisti estremi rifiutano. L’accettiamo allenati dalla frequentazione quotidiana di scuole, uffici, fabbriche, bar in cui bambini o operai nati lontano, con colore o forma degli occhi diversi, vivono la nostra stessa vita, la nostra stessa Italia. Ci aiutano, li aiutiamo, come si fa in squadra. Rileggere quelle frasi odiose fa solo aumentare l’indignazione. La Nazionale, che riunisce i campanili, è di per sè un messaggio d’integrazione. Spiace che sia regolarmente scortata all’estero dai paladini di un nazionalismo malato, xenofobo. "Bestie", chiamavano il serbo Ivan e i suoi amici che bruciavano bandiere albanesi a Marassi. Abbiamo le nostre. Perché non riusciamo ad annegarle in una massa azzurra di famiglie in trasferta? Perché ogni volta che giocano Olanda e Irlanda si muovono giocose truppe arancioni e verdi, con parrucche e trombette e noi espatriamo quasi solo estremisti? La Federcalcio non può fare di più per favorire al seguito dell’Italia una tifoseria normale, capace di ricoprire con applausi o cori gli insani appelli alla difesa della razza? Grazie a Dio, il livello dell’indignazione per episodi del genere sta salendo. Mercoledì Prandelli stava entrando in campo per abbracciare Balotelli, bersagliato dall’odio. I suoi giocatori, esasperati, lo faranno al prossimo buuu. Ne hanno già parlato. Servono impegno e anche simboli forti. Ne suggeriamo uno: Balotelli capitano il 9 febbraio a Dortmund, con la Germania. Per dimostrare che non solo esistono neri italiani, ma che ci rappresentano tutti. Il primo capitano azzurro di colore. Balotelli siamo noi: il messaggio forte di una notte, poi restituirà i gradi a chi ne ha più diritto. Mario è nato in Italia, ma ha dovuto aspettare 18 anni perché un documento ne certificasse la nazionalità: quella fascia gli sta bene.
Fonte: www.gazzetta.it