Un piccolo episodio ma emblematico delle sofferenze che vivono i cattolici in situazioni irregolari, tenuti fuori dai sacramenti. E soprattutto testimonia che i figli dei divorziati, una percentuale consistente dei ragazzi di oggi, non possono accettare l’esclusione dei prorpi genitori da questa dimensione centrale della vita cristiana. Ed infatti molti di questi figli o non continuano il proprio cammino di fede nella Chiesa proprio perche’ ritengono un’ingiustizia quella subita dal papa’ o dalla mamma divorziati risposati o in altra situazione irregolare. Un disagio diffuso a tutte le latitudini della Chiesa, che il Sinodo sta affrontando in questi giorni. Alcuni padri, e’ stato sottolineato dal portavoce di lingua tedesca Bernard Hagenkord, si sono schierati “in difesa della dottrina cattolica attuale, chiedendo una chiarificazione su quanto e’ riproposto nell’insegnamento della Chiesa Cattolica sul matrimonio e sostenendo che nessuno ha l’autorita’ di cambiare e intervenire sulla parola di Dio”. “Numerosi altri, pero’, affermano che seguendo il cammino di Gesu’, la Chiesa non puo’ escludere qualcuno permanentemente dai sacramenti. Una posizione, quest’ultima piu’ rappresentata in aula: i suoi promotori non dominano la discussione ma sono notevoli”, ha detto il portavoce di lingua tedesca definendo il dibattito in corso “costruttivo e di alta qualita'”. Tra le possibili soluzioni e’ stato proposto che l’ammissione dei divorziati risposati ai sacramenti si decida “caso per caso”, con eventualmente alcune limitazioni. “Sono colpito dalla ricchezza delle proposte anche pratiche che sono arrivate in tema di aiuto alle coppie e di preparazione al matrimonio”, gli ha fatto eco da parte sua il direttore della Sala Stampa delal Santa Sede, padre Federico Lombardi. (AGI)