Un voto per l’Italia nel mondo

Cosa è in gioco nelle prossime elezioni italiane, con uno sguardo all’Europa e al mondo
Quasi sempre le campagne elettorali, non solo in Italia, sono caratterizzate da un dibattito che guarda più all’interno del Paese che alle grandi questioni internazionali. Una situazione comprensibile: gli elettori hanno a cuore in primo luogo il proprio benessere e quello dei propri figli e sono maggiormente preoccupati dall’innalzamento delle tasse o dalla crescita della disoccupazione che dal processo di integrazione europea piuttosto che della valorizzazione del Made in Italy e delle comunità italiane nel mondo.
Chi fa politica, però, ha il dovere di proporre un programma che contenga uno scenario più ampio dei pur importanti problemi che le famiglie italiane affrontano tutti i giorni; e questo non soltanto perché un progetto di governo (è a questo che si candidano i partiti al momento del voto) deve avere un orizzonte più ampio e complesso e in grado di tenere conto delle sfide poste dalla globalizzazione.
Non è solo di questo infatti che si tratta. Il punto è che un Paese che vuole costruire un futuro solido e migliore per i propri cittadini deve farlo indicando quale sarà il suo ruolo nel mondo contemporaneo, possibilmente indicando come in questo progetto coinvolgerà i milioni di propri cittadini sparsi nel resto del mondo.
E’ a queste sfide che mi piacerebbe fare guardare con attenzione gli italiani che vivono in Brasile e nel mondo.
In Italia oggi esistono sostanzialmente tre “poli” nel mondo politico: il centro-destra di Berlusconi e Salvini della Lega Nord; il Movimento 5Stelle di Grillo e di Maio e il centro-sinistra guidato dal PD di Renzi e Gentiloni. Credo che chi si appresta a votare nelle prossime settimane, in Italia e nel mondo, debba chiedersi come questi tre raggruppamenti intendono affrontare, oltre alle tantissime questioni di politica interna, il rapporto con l’Unione Europea e con le collettività italiane che vivono all’estero.
Questioni complesse e cruciali, a mio vedere, per il bene dell’Italia e per il suo futuro; questioni che ovviamente non possono essere affrontate in maniera esaustiva in un articolo e quindi chiedo scusa in anticipo per la schematicità e brevità di questa analisi.
E’ indubbio che, parlando di Europa, tanto il partito di Salvini (la Lega Nord, che oggi contende la leadership a “Forza Italia” di Berlusconi) quanto il Movimento 5 Stelle sono animati da un fortissimo spirito anti-europeo; questi movimenti non hanno mai nascosto lo scettiscismo verso il processo di integrazione europea, arrivando addirittura a proporre l’uscita dell’Italia dall’Euro. Chiunque abbia buon senso e qualche elementare nozione di economia sa che uscire dall’Euro sarebbe oggi per l’Italia e gli italiani una sciagura, probabilmente l’inizio di una deriva economica inarrestabile.
Analogamente, Lega Nord e 5 Stelle si sono distinti nel corso degli ultimi anni per un sostanziale disinteressamento relativo ai problemi degli italiani nel mondo; entrambi hanno proposto e votato per l’abolizione del voto all’estero e i loro programmi non contengono alcuna proposta di valorizzazione dell’enorme patrimonio che gli “italici” possono apportare alla crescita e allo sviluppo del Paese.
I governi di Enrico Letta, Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, invece, hanno caratterizzato il proprio mandato nel corso della scorsa legislatura proprio per una chiara scelta europeista, ma anche per avere determinato una netta inversione di tendenza nella politica di tagli e disinteresse verso gli italiani all’estero che erano state le caratteristiche dei governi di centro-destra delle legislature precedenti.
Molti di voi ricorderanno la sospensione per quasi cinque anni del rinnovo degli organismi di rappresentanza degli italiani all’estero (Comites e Cgie), la chiusura di Ambasciate come quella di Santo Domingo o la minaccia di chiusura di Consolati come quello di Recife, solo per fare qualche esempio.
Tra qualche giorno, quindi, anche gli italiani all’estero voteranno; si tratterà di una scelta per il futuro dell’Italia nel mondo e non soltanto per sostenere il candidato a deputato o a senatore più simpatico. Ricordiamocelo, quando apriremo la busta che il Consolato ci invierà e metteremo una croce sulla scheda elettorale.