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Home > Una triste resurrezione

Una triste resurrezione

17 de janeiro de 2013 - Por Comunità Italiana

Il vecchio saggio esce dall’arena prima di diventare penoso e ridicolo

Silvio è risorto. Dopo ben più di tre giorni. Eppure aveva distribuito ricchezze a tante illibate procaci ragazzotte, cacciato i Fini dal tempio, moltiplicato i pesci elettori e esibito tante altre meraviglie. Volle però camminare sulle acque procellose del Parlamento: sprofondò ingloriosamente, nonostante si fosse aggrappato alle brache di Scilipoti. Diceva in quei giorni: “Credo di essere stato, di gran lunga, il miglior Primo Ministro che l´Italia abbia avuto nei suoi 150 anni di storia”. Incredibile: nemmeno lui poteva crederci ma ora si aspetta almeno le stimmate. Il letargo durò un anno, molto più di quello delle serpi. Negli ultimi mesi il vecchio Amleto sfogliò a lungo la margherita: torno, non torno… L’Italia con il fiato sospeso attendeva il responso dell’ultimo petalo toccando cornetti e cose intime per scongiurare la iattura. Il fato decretò  “torno” e pensammo alla profezia dei Maya. Il fascino del potere è irresistibile; un proverbio napoletano lo dice in modo tanto incisivo quanto scurrile. Abbiamo allora tifato per i Maya. Invano: il mondo continua e  Silvio torna. Fu la decisione più triste e miserabile del nuovo millennio. Gli sarà difficile ricostruire il mercato delle escort, rovinato per sempre, ma cercherà di rimettere in piedi una destra distrutta, con dissidenti di ogni tipo alla disperata ricerca di maniglie cui attaccarsi per essere rieletti. Silvio avrà metà dei voti che ebbe quattro anni fa, ma è pur sempre un catalizzatore di consensi e, con la legge elettorale vigente nota col nome azzeccatissimo di Porcellum (!), porterà in Parlamento in comode e ben pagate poltrone un buon numero di fossili da lui scelti a dito dopo aver separato i buoni dai cattivi. La TV ci ha mostrato la vergognosa e umiliante cerimonia del bacio alla pantofola del sovrano risorto quando entrò a Montecitorio. Le amazzoni di Silvio, adoranti e estasiate, e i suoi camerieri, proni più che mai, salirono sgomitando in ginocchio i gradini dell’emicerchio di Montecitorio quasi fosse la scalinata di Nossa Senhora da Penha. I primi arrivati entreranno nella nuova arca di Noè. Cicchitto e Gasparri riavranno le loro vecchie poltrone, sebbene noi li vedremmo meglio a Luxor, insieme alle mummie dei faraoni. Al timone del PdL Silvio cavalca il più banale populismo e senza vergognarsi dice agli elettori: il governo Monti ha impoverito gli italiani. Dimentica che il suo partito ha votato a favore di tutte le leggi proposte dal governo Monti e quindi, se l’Italia è oggi più povera, lo dobbiamo anche a lui. Promette che, se eletto, ridurrà le tasse. Non dice come farà, riducendo le tasse, a raggiungere il pareggio del bilancio dello Stato nel 2013, impegno che lui stesso ha preso verso l´Europa firmando un solenne trattato quando era al potere. In altri termini: sta ingannando gli italiani, cosí come fece nel 2008. Ma così come l’universo, la credulit umana è infinita, quindi Silvio troverà i suoi elettori. Sa vendere e c’è molta gente, anche nel 2013, che ha bisogno di credere alle favole e paga i santoni contro il malocchio. Suo ispiratore è l’on. Brunetta, anch’egli diversamente alto. Mi viene in mente, da tempi lontani, la parafrasi di un proverbio latino che non piaceva affatto a un amichetto che gigante non era: “mens nana in corpore nano”. Il migliore consiglio che Brunetta dovrebbe dargli: scenda dal ronzino, vecchio cavaliere del bunga, ormai la conoscono. Non faccia altri danni.
Due ultime considerazioni. La prima: è doloroso ammettere i propri errori. Ho sbagliato quando ho creduto in Berlusconi. Non tutto appariva limpido, ma ho creduto che il manager di successo, disponendo di larga maggioranza in Parlamento, avrebbe realizzato le riforme di cui l’Italia ha bisogno. Non l’ha fatto; al contrario ha portato l’Italia sull’orlo del fallimento. Indegni comportamenti personali hanno completato il disastro. La seconda: noi cittadini, poveracci, leggiamo sui notiziari le versioni dei fatti ma non siamo in grado di conoscere le verità vere e ben nascoste. Il nostro giudizio sui comportamenti del mondo politico ha le stesse valenze razionali che ha il tifo pro e contro la Juve o l’Inter. Poi il tempo conferma o umilia le nostre simpatie. Quando è tardi e abbiamo già votato. 

Comunità Italiana

A revista ComunitàItaliana é a mídia nascida em março de 1994 como ligação entre Itália e Brasil.