L’ULTIMA RISOLUZIONE APPROVATA
All’Unesco è stata approvata una nuova risoluzione che, come la precedente, nega il legame degli ebrei con i luoghi santi della Città vecchia di Gerusalemme. Ma, a differenza della risoluzione approvata il 18 ottobre dall’intero Consiglio esecutivo, la nuova è stata votata dal Comitato del patrimonio mondiale dell’agenzia, composto solo da 21 membri, in gran parte Paesi in via di sviluppo, e di cui non fa parte l’Italia, che quindi non ha votato.
I Paesi sono Angola, Azerbaigian, Burkina Faso, Croazia, Cuba, Finlandia, Indonesia, Giamaica, Kazakhstan, Kuwait, Libano, Perù, Filippine, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Tanzania (che oggi ha chiesto e ottenuto il voto segreto), Tunisia, Turchia, Vietnam e Zimbabwe. Il Consiglio esecutivo dell’Unesco è composto invece da 58 Stati a rotazione fra i 195 che fanno parte dell’agenzia.
LE RISOLUZIONI PRECEDENTI
Non è la prima volta che il Consiglio esecutivo approva soluzioni simili. Come ha spiegato il ministro Gentiloni nel corso del question time alla Camera, la risoluzione “non è novità di quest’anno, ma si propone due volte l’anno dal 2010. Dal 2014 contiene le formulazioni che negano le radici ebraiche per i monumenti”. Il Consiglio esecutivo dell’Unesco si riunisce due volte l’anno, ad aprile e a ottobre. “Credo – ha concluso il ministro degli Esteri – che dobbiamo lavorare affinché l’Unesco faccia l’Unesco. Non possiamo accettare l’idea che invece di concentrarsi sulla tutela del patrimonio culturale, diventi cassa di risonanza di conflitti politici”. (AGI)