I dieci aspiranti alla nomination del Partito repubblicano alle elezioni residenziali americane del 2016 meglio classificati nei sondaggi sono stati i protagonisti del terzo dibattito televisivo: una sfida per la prima volta non dominata dalla figura di Donald Trump e in cui invece sono emersi i candidati ‘minori’. A differenza che nelle due precedenti occasioni, su Fox e Cnn, il dibattito non e’ stato centrato sul magnate Donald Tump, la cui performance e’ stata piu’ discreta e moderata delle precedenti, mentre sono emersi i politici posizionati meno brillantemente nei sondaggi, John Kasich, Ted Cruz e Marco Rubio.
Il dibattito era ospitato da Cnbc, un canale specializzato nell’informazione finanziaria, per cui gran parte della discussione si e’ centrata in campo economico e fiscale e, salvo qualche episodio isolato, i candidati hanno evitato di lanciarsi in attacchi personali, come era successo nelle precedenti occasioni. Jeb Bush, che aveva bisogno di una performance di spicco per placare i dubbi, ha dato invece una prova opaca, destinata a sollevare ancora piu’ interrogativi sulla sua capacita’ di fare da sfidante a quella che probabilmente sara’ la candidata scelta per la nomination democratica, Hillary Clinton. Il dibattito e’ stato caratterizzato da aspri attacchi frontali, soprattutto contro i due favoriti, Donald Trump e Ben Carson, messi alla berlina per la fattibilita’ delle loro proposte economiche, considerate irrealistiche e approssimative dai loro rivali. E cosi’ il dibattito ha evidenziato il paradosso delle primarie repubblicane di questa tornata elettorale, dove candidati che hanno avuto responsabilita’ politiche, spesso con successo, sono relegati nell’ombra da uomini senza esperienza, ma che affascinano la base conservatrice per le loro posizioni anti-establishment. Una situazione uguale a quella del Congresso, dove peraltro i repubblicani hanno appena cambiato lo speaker. Trump, il magnate americano che ha fatto della sua esperienza manageriale la carta principale della sua campagna elettorale, e’ stato subito attaccato per la stravagante proposta di ridurre enormemente le imposte e costruire un muro al confine con il Messico. “Stiamo per eleggere qualcuno incapace di fare il suo lavoro”, ha accusato John Kasich, il popolare governatore dell’Ohio, denunciando le “fantasie” dei suoi avversari. Ben Carson, un brillante neurochirurgo in pensione, l’unico candidato nero che a tre mesi dalle primarie di febbraio raccoglie oltre la meta’ delle intenzioni di voto dei repubblicani, si e’ trovato in difficolta’ a spiegare il realismo della sua proposta di una tassa d’imposta unica al 10%, un sorta di decima. Ammettendo che la sua mancanza assoluta di esperienza politica e’ la sua piu’ grande debolezza e che si e’ candidato quando “centinaia di migliaia di persone” gli hanno chiesto di lanciarsi, lo stesso Carson ha arrancato su diversi temi e ha risposto con lunghe e arruffate spiegazioni alle domande sulle sue proposte. Mentre Marco Rubio ha dovuto rintuzzare un attacco frontale del suo ex alleato politico, Bush -figlio e fratello di due presidenti e ex governatore della Florida- che lo ha invitato a dimettersi per le sue ripetute assenze nelle votazioni al Senato quest’anno: “Dimettiti e lascia il posto a qualcun altro”. E dunque tra battute e attacchi virulenti, che ad un certo punto hanno persino coinvolto i moderatori, il dibattito ha messo in luce in modo netto il contrasto con quel che accade all’interno del Partito democratico, dove c’e’ un chiaro favorito, nella persona di Hillary Clinton.(AGI)