Non è ancora stato dato all’Avvocatura dello Stato, ma informalmente è già stato avviato l’esame del dossier per impugnare la norma
Il governo, tramite il ministero della Salute, sta valutando di impugnare il decreto della Regione Veneto che sui vaccini concede una moratoria fino al 2019.
Un mandato formale, secondo quanto si apprende, non è ancora stato dato all’Avvocatura dello Stato, ma informalmente è già stato avviato l’esame del dossier per impugnare la norma di fronte al Tar del Veneto.
L’esame, che coinvolge anche il distretto del Veneto dell’Avvocatura dello Stato, riguarda i contenuti della norma regionale che dà tempo fino all’anno scolastico 2019-2020 in Veneto per presentare tutta la documentazione vaccinale per i bambini da zero a sei anni, evitando la decadenza dell’iscrizione dagli asili nido e infanzia.
Il principio cardine su cui farà leva l’impugnazione è che sebbene la sanità sia una materia in gran parte concorrente, cioè di competenza sia delle Regioni che dello Stato, la salvaguardia della salute è invece una competenza esclusivamente statale e quindi non è possibile che ci siano trattamenti e regole diversi a seconda degli orientamenti regionali.
Zaia: «Non vogliamo la rissa»
Il decreto varato ieri dalla Regione Veneto per una `moratoria´ sull’obbligo vaccinale per i bimbi già iscritti alla scuola dell’infanzia rispetta la legge.
A sostenerlo il presidente della Regione, Luca Zaia: «Noi non cerchiamo la rissa, non abbiamo politicizzato quest’ultima scelta ma ho chiesto ai dirigenti di vedere se c’erano dei varchi per evitare il problema dell’iscrizione a scuola, e abbiamo trovato il modo di farlo rispettando la legge», ha detto. Il provvedimento, firmato?
Dal direttore dell’area sanità della Regione Veneto, dispone che fino al 2019 i bambini da zero a sei anni non vaccinati potranno comunque iscriversi a scuola. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, «mi ha dato dell’irresponsabile, ci ha dato della Regione no vax.
Ma io se avessi un figlio lo vaccinerei», ha aggiunto, spiegando che invece non si deve «dare dell’ignorante a chi ha dei dubbi» ma «dobbiamo spiegare e informare». Il ministro afferma anche che «se ci sarà un’epidemia sarà colpa del Veneto, ma, se mai ci sarà, sono sicuro che non partirà da qui, siamo l’unica Regione con un registro vaccinale».
Sull’ipotesi di un commissariamento, «se decideranno di farlo ne discuteremo, ma non accettiamo di farci trattare da irresponsabili», la conclusione di Zaia.
Lorenzin: «Nessuna minaccia»
«Qui non c’è nessuno che minaccia niente e nessuno.
Qui c’è una legge dello Stato, che è una legge di sanità approvata dal Parlamento a larghissima maggioranza e che deve essere applicata da tutte le regioni italiane, anche dalla regione Veneto: non c’è nessun tipo di motivazioni per avere una moratoria di due anni».
Lo ha detto la ministra della Salute Beatrice Lorenzin replicando a distanza, da La Maddalena, al governatore del Veneto Luca Zaia che ha parlato di «minaccia alla migliore sanità d’Italia».
Nel difendere la `sua´ legge sui vaccini, la titolare della Salute ribadisce: «è una legge fatta d’urgenza per poter portare un livello di immunizzazione tale in tutto il Paese, soprattutto tra i bambini da 0 a 6 anni, per metterli in sicurezza da eventuali epidemie come quella di morbillo, attualmente in corso».
In Lombardia: in 40 giorni riammessi bimbi esclusi
Niente proroga di 40 giorni per i bambini lombardi non vaccinati che frequentano gli asili: saranno allontanati dai nidi e dalle scuole di infanzia se i genitori non avranno presentato entro il 11 settembre la documentazione richiesta.
I bambini allontanati potranno però accedere a un `Percorso formale di recupero dell’inadempimento´ che, in 40 giorni, consentirà loro di mettersi in regola e riprendere la frequenza.
È quanto scritto in una lettera che l’assessore al Welfare della Regione Giulio Gallera invierà nel pomeriggio ai ministri alla Salute Beatrice Lorenzin e all’Istruzione Valeria Fedeli, annunciando la firma di un decreto.
«Avremmo voluto dare 40 giorni di tempo affinché nessun bambino restasse fuori da scuola e si desse la possibilità ai genitori con più dubbi o resistenze di poter accedere a un percorso di recupero dell’inadempimento, li daremo ugualmente per garantire il vero obiettivo della legge sui vaccini che – dice Gallera – è raggiungere la massima copertura vaccinale». (Corriere)