Comunità Italiana

Veltroni: «Se lo tolga dalla testa, Berlusconi al Quirinale non ci andrà mai»

{mosimage}Il leader del Pd: «Il premier vuole portare il potere legislativo in una sola mano, nella sua»

 

ROMA – «Se lo tolga dalla testa Berlusconi: al Quirinale non ci andrà mai. In quella carica si sono succedute personalità che hanno garantito l'unità della nazione e il rispetto della Costituzione. Lui non è in grado di garantire unità, ma solo divisione. Il suo è un disegno scellerato e autoritario». A parlare è il segretario del Pd, Walter Veltroni, intervistato da «L'Unità».
 
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L'ATTACCO DI BERLUSCONI – Per Veltroni, «Berlusconi vuole portare il potere legislativo in una sola mano, nella sua. Mostra fastidio e intolleranza nei confronti di chiunque abbia un'opinione diversa dalla sua. È questo il suo atteggiamento nei confronti dell'opposizione, della magistratura, dell'informazione, dei sindacati. L'Italia non è un'azienda di sua proprietà, ma un paese che appartiene a sessanta milioni di italiani». A proposito del conflitto con il Colle, Veltroni sottolinea: «Berlusconi ha sferrato al capo dello Stato un attacco che è stato respinto dal Paese. Dall'opinione pubblica, dalle forze politiche tutte, dallo stesso Fini. Voglio sottolineare l'autonomia del presidente della Camera. Ci sono avversari politici che conoscono bene la differenza che corre tra le istituzioni e le sezioni di partito. Fini lo ha dimostrato in diversi passaggi». «Il presidente del Consiglio – aggiunge – ha scelto con freddezza e cinismo di strumentalizzare la vicenda della povera Eluana con un disegno ben preciso». «Negli ambienti ben informati – spiega Veltroni – circola la tesi che Berlusconi vorrebbe andare alle elezioni anticipate per cercare di assicurarsi che il Parlamento che eleggerà il prossimo capo dello Stato sia più controllabile. Interessi assolutamente privati a fronte di un paese che vive una crisi economica e sociale gravissima».
 
D'ALEMA – Anche Massimo D'Alema accusa il premier: «Negli ultimi giorni si è reso molto chiaro il fatto che il presidente del Consiglio ha voluto mettere in discussione il ruolo del Capo dello Stato come garante della Costituzione – dice l'ex ministro degli Esteri. – Si è avvertito un fastidio nei confronti di questi poteri costituzionali, soprattutto il compito che il Presidente della Repubblica ha di vigilare sul rispetto della Carta in materia di decretazione d'urgenza, e chiaramente il premier ha rivendicato un potere assoluto che, vorrei ricordargli, non esiste in nessun paese democratico».
 
CICCHITTO – Ai due esponenti del Pd risponde Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl: «Il Partito democratico sta facendo un'operazione diversiva sul piano propagandistico, convocando una manifestazione in difesa della Costituzione e del presidente della Repubblica, che sarebbero messi a repentaglio da una sorta di complotto di Berlusconi. Siamo alla fantapolitica». «Il Presidente Berlusconi – si legge in una nota – ha già chiarito le sue posizioni. Nessuno mette a rischio la Costituzione, fermo rimanendo la legittimità di un dibattito al quale hanno abbondantemente partecipato anche esponenti della sinistra, e tantomeno fa complotti contro il Presidente Napolitano, fermo rimanendo il diritto di motivare le ragioni di un diverso parere sul carattere d’urgenza del decreto sul caso di Eluana Englaro e, probabilmente, sul merito della vicenda».
 
BOCCHINO – Netta anche la posizione del vicecapogruppo del Pdl alla Camera, Italo Bocchino: «Veltroni è sempre l'uomo del 'ma anche': prima difende la Costituzione e poi la offende nel momento in cui dice che Berlusconi non può andare al Quirinale. Il presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune e se Berlusconi dovesse avere un giorno i voti, nessuno può impedirlo se non offendendo la Costituzione».
 
DI PIETRO – Intanto Antonio Di Pietro annuncia la partecipazione dell'Italia dei valori «alle manifestazioni previste in difesa della Costituzione». « Sin dal primo momento della legislatura – ricorda – l'IdV ha denunciato il pericolo per la nostra democrazia: ha protestato nelle piazze a fianco dei cittadini e si è battuta in Parlamento affinché i principi tracciati dai nostri padri costituenti fossero rispettati e non calpestati, come continua a fare il Governo Berlusconi. L'Italia dei Valori sta, senza se e senza ma, con il Presidente della Repubblica perché, in questo caso, ha esercitato il ruolo che la Carta costituzionale gli assegna e perchè è stato garante del nostro sistema democratico, bloccando il decreto legge che avrebbe messo il Parlamento di fronte ad un fatto compiuto. Con il caso Englaro – prosegue Di Pietro – il Presidente del Consiglio ha colto l'occasione per spaccare ulteriormente il Paese e renderlo ingovernabile e instabile, al fine di poter dire che così la Costituzione non funziona e, quindi, va cambiata. Ancora una volta, Berlusconi non ha avuto scrupoli e, approfittando del fatto che si stesse trattando una materia delicatissima, ha tentato di scavalcare una sentenza creando un pericoloso precedente. Infatti, in futuro, si sarebbe potuto ricorrere a tale prassi replicandola per scopi diversi e personalistici. Ecco perché l'Italia dei Valori ritornerà in piazza in difesa della Costituzione».
 
Fonte: www.corriere.it