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Verso il podio

16 de outubro de 2014 - Por Comunità Italiana
Verso il podio

Verso il podioLa Ferrari inizia una nuova era con il presidente della Fiat al comando, che dice subito di vedere come priorità le piste automobilistiche

Cambio al vertice in casa Ferrari. Si chiude l’era di Luca Cordero di Montezemolo, dopo oltre 23 anni di presidenza e si apre quella di Sergio Marchionne, numero uno di Fiat-Chrysler, che sbarca a Maranello per consolidare i risultati economici e rilanciare quelli sportivi. Il gentleman diplomatico ed elegante lascia il posto all’uomo della concretezza e del decisionismo. E’ stato lo stesso Marchionne a dare il benservito al suo predecessore, con i suoi modi piuttosto espliciti e a tratti un po’ ruvidi.
— Ci sono due elementi della Ferrari che per noi sono importanti, i risultati economici e la gestione sportiva. Sul primo aspetto Montezemolo ha fatto molto bene, ma il cuore della Ferrari è quello di vincere in Formula Uno. Vedere la Ferrari in queste condizioni, in quelle posizioni lì, senza ottenere successi dal 2008, mi intristisce, anche perché abbiamo i migliori piloti al mondo, dei box eccezionali e degli ingegneri veramente bravi — ha dichiarato l’ad di Fiat, alcune settimane fa, a margine di una convention.
Un giudizio tranciante e impietoso, nei confronti di un manager che può vantare la conquista di 14 titoli mondiali e la vittoria di 118 Gran Premi, senza contare i 5 titoli mondiali messi in bacheca negli anni Settanta, quando Montezemolo ricopriva il ruolo di direttore sportivo. Non è un mistero che i due big dell’automobilistica italiana non si siano mai amati ed anzi abbiano avuto diverse incomprensioni. Fatto sta che Montezemolo non ha battuto ciglio di fronte alle parole di Marchionne e nel giro di 72 ore ha rassegnato le proprie dimissioni, sulla base di un accordo che prevede una buona uscita da 27 milioni di euro: per l’esattezza 13 milioni e 710 mila euro, come indennità di fine mandato e altri 13 milioni e 253 mila euro, a fronte dell’impegno di Montezemolo a non svolgere attività concorrenziali rispetto al Gruppo Fiat e alla sua controllata Ferrari. Nelle stesse ore in cui Montezemolo ha ufficializzato l’addio, è arrivata l’investitura di Marchionne al vertice della Rossa di Maranello. L’uomo dal maglione blu, come da copione, non si è perso in chiacchiere e sentimentalismi, ma si è subito preoccupato di illustrare i suoi piani per una delle aziende simbolo del made in Italy nel mondo.
— Una delle cose che ho sempre fatto, è stata quella di proteggere l’integrità della Ferrari e di non farla inquinare da un sistema automobilistico di mass market — ha detto Marchionne — Ferrari è un marchio unico, che non può appoggiarsi sul resto del sistema Fiat-Chrysler, pur restando centrale.

“Ferrari è nata e morirà italiana”
Decentramento produttivo e internazionalizzazione finanziaria, sono state alcune delle parole d’ordine che hanno orientato l’azione di Marchionne alla testa del gruppo Fiat. Di conseguenza, il primo pensiero che ha sfiorato l’opinione pubblica italiana ha avuto a che fare con la salvaguardia dell’integrità nazionale del cavallino rampante. Ma il neo-presidente, sempre abile nel fiutare l’aria, ha scelto di giocare d’anticipo:
— Ferrari è un’azienda che sta bene, che ha cassa e grandi piani. E’ nata e morirà italiana. Se qualcosa venisse prodotto fuori da questo stabilimento sarebbe osceno, totalmente inconcepibile, perché se non nascesse qua non sarebbe più la Ferrari.
Parole rassicuranti, da primo giorno di scuola, che tuttavia non possono essere prese come oro colato. La forza di Marchionne è quella di non stare mai fermo, di essere sempre attento e reattivo rispetto agli umori del mercato e della finanza e di saper sfruttare al meglio ogni minima opportunità di cambiamento. Ciò che oggi è dogma, nell’universo di Marchionne, domani può diventare aria fritta. Il che non significa certo che la Ferrari corra il rischio di perdere la propria italianità, dal momento che proprio l’origine, garanzia di know-how e fonte di tradizione, rappresenta uno dei principali punti di forza del brand. Il pragmatismo e la visione globale di Marchionne, però, potrebbero favorire un ampliamento delle attività a livello internazionale.
Il Brasile, in tale ottica, rappresenta uno dei candidati naturali al ruolo di interlocutore privilegiato, sulla scorta degli ottimi risultati ottenuti da Fiat Automóveis, che da 12 anni consecutivi occupa stabilmente il primo posto nel ranking del mercato brasiliano. Marchionne, anche pubblicamente, non ha mai fatto mistero di ritenere ottimali ed estremamente favorevoli le condizioni d’investimento offerte dal Brasile. Come dargli torto, considerando che Fiat, per la costruzione della nuova fabbrica di Goiana, nello stato del Pernambuco, ha ottenuto dal governo brasiliano finanziamenti fino all’85%, su un investimento complessivo di 2,3 miliardi di euro, ai quali si aggiungono benefici di natura fiscale, per il primo quinquennio di produzione.
Il brand Ferrari, inevitabilmente, è interessato da logiche e dinamiche differenti rispetto a quelle che muovono i destini di Fca: la Rossa di Maranello, collocandosi nel segmento del lusso, si basa su un concetto di esclusività, che induce Ferrari a non superare il tetto produttivo delle 7 mila automobili l’anno. Appare chiaro, dunque, che la progettazione e la produzione non subiranno particolari scossoni e che l’italianità della Rossa, almeno sul breve e sul medio periodo, non corre pericoli.
Altro discorso sono le strategie finanziarie: Marchionne sembra avere in mente una Ferrari “lamborghinizzata”, non più semplice controllata del gruppo Fiat, ma completamente integrata nel gruppo Fiat. Il nuovo titolo Fca sbarcherà a Wall Street il 13 ottobre, dopo il trasferimento della sede fiscale del gruppo a Londra e di quella legale ad Amsterdam, e nelle prossime settimane Marchionne darà vita ad un road-show internazionale, che sostanzialmente si tradurrà in un giro delle sette chiese, presso i principali investitori del globo, per convincerli ad acquistare il maggior numero possibile di azioni: in tale ottica, una Ferrari “fiattizzata” rappresenterebbe il biglietto da visita ideale, la punta di diamante del gruppo, la carta giusta per ingolosire gli investitori ed invogliarli a puntare su Fca. La nuova veste, sempre più globale, che il Cavallino rampante è destinato ad assumere, produrrà novità anche a livello di marketing e potrebbe portare ad un’intensificazione della presenza del brand nei Paesi stranieri. In tutto il Brasile, ad esempio, esiste un solo punto vendita ufficiale Ferrari ed una sola officina autorizzata, entrambe localizzate a San Paolo.
Considerando la progressiva crescita di una classe sociale medio-alta, che ha già spinto Marchionne a ricalibrare la produzione Fiat attraverso l’apertura dello stabilimento di Pernambuco, in procinto di sfornare vetture di qualità più elevata, la rete di vendita e assistenza Ferrari potrebbe essere ampliata ed estesa ad altre zone del Brasile. Anche i risultati sportivi, che hanno il potere di accrescere la popolarità ed il prestigio del marchio, avranno il loro peso. Su questo versante, però, Marchionne chiede tempo.
— Difficile dire quando torneremo sul podio — ha avvertito l’ad di Fiat — Dobbiamo riorganizzarci e chiediamo un po’ di pazienza.

Rinnovo del contratto di Alonso, la novità con Mattiacci
Il nuovo presidente della Rossa non è certo un tecnico della Formula Uno e per riportare ai massimi livelli la Ferrari si è affidato a Marco Mattiacci, che continuerà a ricoprire il ruolo di team principal, ma potrà disporre di poteri ancora più ampi di quelli che aveva con Montezemolo e di un budget praticamente illimitato. Lo stesso Mattiacci è stato incaricato di trattare il rinnovo del contratto di Fernando Alonso alla guida della Rossa. Una novità di rilievo, considerando che in passato era stato sempre il presidente ad occuparsi dell’ingaggio dei piloti. I negoziati con Alonso sono in pieno svolgimento e potrebbero riservare esiti inaspettati. Il pilota spagnolo è un fuori classe di valore assoluto, tanto è vero che i giapponesi della Honda, per affidargli la guida della McLaren, sarebbero pronti a coprirlo d’oro. In casa Ferrari sembra esserci la volontà di proseguire il rapporto, anche se alcune dichiarazioni di Mattiacci lasciano affiorare qualche dubbio: “Fernando continuerà con noi. Al momento”. Quella postilla finale potrebbe essere la spia di una divergenza di vedute, di una frizione nella trattativa o addirittura della volontà di caratterizzare il nuovo corso dell’era Marchionne con una scelta di rottura. Solo il tempo dirà dove potrà arrivare la Rossa, tanto sulle piste quanto sui mercati.   

Comunità Italiana

A revista ComunitàItaliana é a mídia nascida em março de 1994 como ligação entre Itália e Brasil.