In Italia non si parla d’altro che del 4 dicembre 2016, data in cui si voterà per il referendum costituzionale e gli elettori decideranno se confermare o respingere la riforma della Costituzione approvata dal Parlamento negli ultimi due anni. Si tratta del terzo referendum costituzionale nella storia della Repubblica Italiana. Il primo si tenne nel 2001 e portò alla conferma delle modifiche del Titolo V della Costituzione che regola le autonomie locali (l’attuale riforma in discussione, tra le altre cose, annulla esattamente quelle modifiche). Il secondo referendum, nel 2006, portò alla bocciatura della riforma costituzionale promossa dal governo Berlusconi, la cosiddetta “devolution”.
Ma ora poniamo l’attenzione sulla riforma del Governo Renzi. Il testo su cui gli italiani andranno a votare il prossimo 4 dicembre ha, tra i tanti, tre punti fondamentali: il superamento del bicameralismo paritario, con l’attribuzione di funzioni differenti tra la Camera e il Senato, la ridefinizione delle competenze tra lo Stato Centrale e le Autonomie Locali, l’abolizione delle Province.
Al netto degli aspetti tecnici che riguardano il provvedimento, delle idee e delle preferenze di ognuno sulla migliore riforma possibile per l’Italia, l’appuntamento di dicembre è ormai al centro dell’agenda politica. Secondo la maggioranza dei commentatori, è dall’esito delle votazioni del 4 dicembre che conosceremo gli scenari politici futuri del Paese, in primis la tenuta del Governo Renzi.
Ma il referendum, oltre ad essere cruciale per l’Italia, potrà avere conseguenze anche a livello internazionale. Sullo sfondo, infatti, non ci sono soltanto questioni di politica interna ma anche altri interessi: c’è il tema enorme della stabilità economica italiana e soprattutto di quella finanziaria, perché al momento non sappiamo come i mercati potrebbero accogliere la vittoria del ‘Sì’ o quella del ‘No’. C’è il delicato contesto dell’Unione Europea, che vede le istituzioni del continente ferme e al minimo di popolarità, incalzate da problemi complicati come il terrorismo e l’immigrazione dal nord Africa. In questo difficile scenario, è ovvio che un’Italia indebolita dal fallimento delle riforme costituzionali avrebbe meno forza in Europa.
Certamente, la bocciatura della riforma costituzionale aprirebbe scenari preoccupanti: innanzitutto subirebbe un brutto colpo la credibilità della politica italiana, incapace di autoriformarsi. Inoltre, se vincesse il “No”, in futuro, qualsiasi altro tentativo di riforma costituzionale sarebbe molto difficile, se non impossibile, da portare avanti. Ma soprattutto, ci potrebbero essere conseguenze politiche per il Primo Ministro Matteo Renzi. In Italia tutti credono che un’eventuale bocciatura del quesito referendario potrebbe far cadere il Governo in carica, con effetti negativi sulla stabilità politica del Paese. I sostenitori della riforma e gli elettori del Partito Democratico credono che la vittoria del ‘No’ creerebbe instabilità, con il pericolo di una nuova speculazione finanziaria nel nostro Paese, come è accaduto nel 2008 durante la crisi internazionale.
La vittoria del ‘Si’ renderebbe senza dubbio il governo italiano più autorevole nel confronto con l’Europa, nel tentativo di ottenere maggiore flessibilità di spesa e di ricevere dagli altri stati europei più cooperazione e aiuto nella gestione dell’immigrazione. Ma, ovviamente, non saranno queste le motivazioni secondo cui i cittadini italiani voteranno. Perché, con il passare dei mesi, il referendum sulla Costituzione è via via diventato un referendum sul Governo Renzi, anche alla luce della personalizzazione del tema che è stata fatta dal Primo Ministro italiano. A pesare quindi non sarà una scelta degli elettori calibrata sul merito della questione della riforma costituzionale. È molto probabile che sarà il giudizio — positivo o negativo — verso le politiche degli ultimi due anni del Governo Renzi a condizionare il voto del 4 dicembre e a determinare l’esito della consultazione popolare.
Ponto de vista
Cidadãos, ao voto!
A poucos dias do referendo sobre a reforma constitucional ao qual são chamados a votar também os italianos residentes no exterior, a complexa máquina eleitoral já entrou em ação. Comunità conversou com o cônsul geral italiano no Rio de Janeiro Riccardo Battisti sobre o seu funcionamento. O primeiro passo é a “limpeza” das listas eleitorais. “É feita uma comparação dos nossos dados com aqueles das autoridades italianas competentes para garantir uma fotografia o mais possível fiel da comunidade italiana apta a votar. Como sabemos, é difícil chegar a 100% de precisão, pois há situações que mudam em um curto prazo de tempo e às vezes alguém é prejudicado por essa comparação de dados entre as listas eleitorais”, explicou o diplomata, referindo-se a casos como eleitores que mudam de endereço ou de composição familiar e não informam ao Consulado.
Na Anagrafe dos Italianos Residentes no Exterior (AIRE), há 68 mil inscritos na circunscrição dos estados do Rio e Espírito Santo. Deste total, 40 mil estão aptos a participar do referendo. “O Brasil conta com sete escritórios consulares. A circunscrição do estado de São Paulo numericamente é a mais importante, seguida pelo consulado do Rio e de Curitiba, que compreende o estado do Paraná e Santa Catarina, e o consulado de Porto Alegre, que abrange o Rio Grande do Sul. Por sua vez, as circunscrições de Belo Horizonte, Recife e Brasília, que compreendem diferentes estados, têm números inferiores”, informou Battisti. Os cidadãos aptos a votar receberão no seu endereço um envelope com o certificado eleitoral, a cédula eleitoral, um envelope menor para depositar a cédula, um envelope maior pré-selado com o endereço do Consulado para que a cédula preenchida seja remetida e um folheto informativo em italiano e em português.
“Todos os eleitores receberão o material em meados de novembro. Quem não tiver recebido o envelope até o dia 24, poderá entrar em contato com o Consulado”, informou o cônsul italiano. Os eleitores deverão remeter o envelope com o voto pelo Correios ou pessoalmente, de modo que seja entregue ao Consulado até as 16 horas do dia 1° de dezembro. São Paulo é o centro de recolhida das cédulas eleitorais de todos os Consulados no Brasil, onde caixas com os votos serão acompanhados por um funcionário do Consulado que viajará em um voo da Alitalia no dia 2 de dezembro com destino a Roma. O referendo será realizado na Itália no dia 4 de dezembro e, em seguida, será realizada a contagem dos votos dos italianos residentes na Itália e no exterior. “É uma máquina muito complexa que requer um grande esforço por parte de muitas pessoas que trabalham nos escritórios consulares, além de ter um custo muito elevado, portanto o desejo é que haja uma ampla participação na votação”, concluiu Battisti.