Comunità Italiana

Vescovi e Quirinale: fare chiarezza

Napolitano: «Si proceda alla verifica delle risultanze investigative». Bersani: «Si ritiri a vita privata»

MILANO – Adesso occorre fare chiarezza. E occorre farlo subito. Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e al tempo stesso il mondo cattolico che si esprime attraverso il quotidiano dei vescovi, sono preoccupati per gli ultimi sviluppi del caso Ruby e per il coinvolgimento del presidente del Consiglio.

IL QUIRINALE – Il presidente della Repubblica segue con attenzione le nuove vicende giudiziarie che coinvolgono il premier. E in una nota ufficiale, che smentisce che sia avvenuta una telefonata tra Silvio Berlusconi e il Quirinale, si dice «ben consapevole del turbamento dell'opinione pubblica dinanzi alla contestazione di gravi ipotesi di reato, e dinanzi alla divulgazione di numerosi elementi riferiti ai relativi atti d'indagine». La nota del Colle spiega poi che «senza interferire nelle valutazioni e nelle scelte politiche che possano essere compiute dal presidente del Consiglio, dal governo e dalle forze parlamentari», il presidente della Repubblica «auspica che nelle previste sedi giudiziarie si proceda al più presto ad una compiuta verifica delle risultanze investigative».

IL GIORNALE DEI VESCOVI – Un invito a fare chiarezza arriva anche dal giornale dei vescovi italiani, Avvenire. Il quotidiano interviene sul caso Ruby invocando «sobrietà» per coloro che operano nella sfera pubblica e invitando tutte le parti a fare subito chiarezza. In un editoriale pubblicato in prima pagina, il direttore Marco Tarquinio sostiene che «anche solo l'idea che un uomo che siede al vertice delle istituzioni dello Stato sia implicato in storie di prostituzione e, peggio ancora, di prostituzione minorile ferisce e sconvolge». LE PAROLE DI BAGNASCO – Tarquinio ricorda che «in questi anni questo giornale ha ripetutamente ricordato a tutti- premier in primo luogo – che per servire degnamente nella sfera pubblica bisogna sapersi dare, e tener cara, una misura di sobrietà e di rispetto per se stessi, per ogni altro e per il ruolo che si ricopre». In proposito, il direttore di Avvenire richiama le parole pronunciate a settembre dal cardinale Bagnasco: «In qualunque campo, quando si ricoprono incarichi di visibilità, il contegno è indivisibile dal ruolo». Quanto all'inchiesta, il giornale dei vescovi chiede che si concluda presto. «A noi italiani, a tutti noi, comunque la pensiamo e comunque votiamo, è dovuto almeno questo: un'uscita rapida da questo irrespirabile polverone. E ognuno deve fare per intero la propria parte perché questo avvenga con tutta l'indispensabile pulizia agli occhi dell'Italia e del mondo».

«CHIARISCA O SI DIMETTA» – Il mondo della politica continua intanto a tenere desta l'attenzione. Il segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani, torna a chiedere – con sarcasmo – a Berlusconi di fare un passo indietro: «Il mondo ci guarda, e visto che ce l'ha così intensa, Berlusconi si ritiri a vita privata». Un invito a chiarire, accompagnato però dalla richiesta di atti conseguenti qualora i chiarimenti non ci fossero, ovvero le dimissioni, arriva anche da Carmelo Briguglio, uno dei fedelissimi finiani: «Non si può buttare tutto a complotto o macchinazione dei magistrati – ha detto ai microfoni de La7 -. È una situazione che investe il presidente del Consiglio e l'immagine del nostro Paese nel mondo. Non si può chiedere al presidente del Consiglio che si dimetta ma che il premier di fronte a queste accuse dia spiegazioni al Paese e al mondo. Che dia spiegazioni pubbliche e che vada dai magistrati a difendersi». «Qualora non dovesse dare spiegazioni dovrebbe dimettersi», ha aggiunto. «È possibile immaginare che questa cosa capiti ad altri capi di Stato stranieri?», si è chiesto Briguglio. «Possibile immaginare che succeda a Cameron, a Sarkozy, alla Merkel senza che da parte della pubblica opinione ci sia la richiesta di un chiarimento e di dimissioni?». 

Fonte: www.corriere.it