Lo scandalo che ha coinvolto Franz-Peter Tebartz-van Elst, vescovo di Limburgo sospeso dal Papa, era esploso agli inizi di ottobre quando erano emerse le vertiginose spese per la costruzione del vescovado, che da 5,5 milioni sono passate a 31 milioni di euro. La sola vasca da bagno sarebbe costata 15mila euro. La procura di Amburgo ha chiesto l’apertura di un fascicolo per falsa testimonianza riguardante il porporato, che avrebbe mentito sulle accuse rivoltegli dallo Spiegel riguardanti un suo viaggio in prima classe di un volo in India.
I suoi familiari, invece, lamentano l’assedio mediatico nato dallo scandalo e le minacce ricevute. “Riceviamo giornalmente minacce di morte per telefono o per lettera”, spiega al settimanale “Bunte” il cognato del vescovo, Johannes Winkels. “Mio cognato e’ completamente a terra, ma adesso si cerca di distruggerlo e con lui la sua famiglia”, dichiara Winkels, aggiungendo che “la cosa migliore sarebbe se abbandonassimo tutto e lasciassimo la Germania”. Prima che scoppiasse lo scandalo la famiglia del vescovo era “amata e rispettata oltre ogni misura”, scrive Bunte, rivelando che la sorella di Tebartz-van Elst, Josi, gestisce con il marito un’azienda di agriturismo in una localita’ del Basso Reno. La signora Josi spiega al settimanale che “in paese veniamo insultati e mio fratello viene definito un criminale. Vengono diffuse cosi’ tante menzogne che non abbiamo alcuna possibilita’ di controbattere”. (AGI)