Negli ultimi mesi “io, mia moglie, i miei figli e i miei colleghi siamo stati vittima di attacchi di ingiustificabile violenza”. Lo ha affermato l’ex Presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, nel bel mezzo del terremoto politico-giudiziario che sta scuotendo il Brasile e gettando ombra sul Pt, il partito dei lavoratori alla guida del Paese. E proprio il Pt, insieme al sindacato Cut, ha organizzato una mobilitazione per oggi per difendere l’attuale presidente Dilma Rouseff e “contro il golpe”.
Giovedì, nel giorno del giuramento di Ignacio Lula da Silva come ministro del governo di Dilma Rousseff, un giudice federale ha sospeso la nomina dell’ex presidente, mentre per le strade del paese cresceva la protesta. Ad avvelenare il clima anche l’intercettazione telefonica di una conversazione tra Lula e la Rousseff nella quale gli oppositori della ‘coppia presidenziale’ sostengono di trovare conferma delle loro accuse, ovvero che la nomina di Lula avrebbe lo scopo di evitare l’arresto dell’ex presidente coinvolto nell’affaire ‘Lava Jato’. L’intercettazione ha scatenato di nuovo le proteste di piazza che erano gia’ iniziate nei giorni scorsi alla notizia della nomina di Lula e scontri si sono registrati in tutto il Brasile.
Commissione deciderà sull’impeachment della presidente Rousseff
Migliaia di persone hanno iniziato a manifestare gia’ da mercoledì a Brasilia, di fronte al palazzo presidenziale e la protesta si e’ estesa poi anche a San Paolo, capitale economica del paese. Cortei spontanei di cittadini che
scandivano slogan contro Lula e Rousseff si sono formati in varie citta’ subito dopo la diffusione della telefonata. La sentenza di sospensione della nomina, emessa dal giudice federale Itagiba Catta Preta, e’ provvisoria e
l’esecutivo ha gia’ annunciato che presentera’ appello.L’annuncio e’ del ministro della Giustizia, Jose Eduardo Cardozo. “I motivi della nomina di Lula – ha detto Cardozo – non sono quelli di salvarlo dalle indagini”.
Secondo il magistrato la Rousseff potrebbe aver commesso delle irregolarita’, con una decisione “indebita e odiosa” nei confronti della Polizia e del potere giudiziario. Ma Dilma si difende, parla di violazione della Costituzione per “motivi oscuri” e aggiunge che “le urla dei golpisti non ci metteranno in ginocchio”. Il Partito Socialista Brasiliano, di opposizione, ha presentato intanto un nuovo ricorso contro la nomina di Lula, definendo la decisione della Roussef come una “grave offesa” al principio di separazione dei poteri. L’avvocato dello stato, Jose’ Eduardo Cardozo, ha annunciato che il governo fara’ ricorso contro la richiesta del Psb, cosi’ come ha gia’ fatto ricorso contro la richiesta presentata da quattro partiti di opposizione al tribunale di Brasilia, accettata in forma cautelare.
Le centrali operaie e i movimenti sociali simpatizzanti per il governo di Dilma Roussef intanto si mobilitano a favore di Lula. I sindacati hanno convocato per domani una giornata di protesta in tutto il paese a difesa dell’ex presidente brasiliano. “La nostra grande sfida e’ riempire le strade di tutto il paese a difesa della democrazia e per il cambiamento economico. Nessuno puo’ mancare”, ha detto Rui Falcao, presidente del Partito dei Lavoratori. La contro mobilitazione a difesa di Lula e’ la risposta delle forze filo governative alle proteste di piazza contro Rousseff e Lula. Domenica scorsa sono scese in strada 3 milioni e mezzo di persone in tutto il paese e 1,4 milioni solo a San Paolo, secondo fonti di Polizia. (AGI)