Vi potranno essere anche più visite fiscali al giorno sui dipendenti malati. Stretta sugli statali. L’obiettivo: 500 mila verifiche l’anno solo nel pubblico
Dal primo settembre tocca all’Inps controllare i lavoratori pubblici e privati che si ammalano.
La rivoluzione, che fa parte della Riforma Madia, attraverso un Polo unico per le visite fiscali, è destinata a incidere non solo sui dipendenti pubblici, ma anche su quelli privati se dovesse passare la richiesta di Tito Boeri di uniformare le fasce di reperibilità (portandole da 4 a 7 ore al giorno) per i controlli a domicilio.
L’obiettivo principale è stanare i «furbetti del cartellino» e chi, infischiandosene di produttività e servizi pubblici, si finge malato, soprattutto in prossimità di festivi, ponti e riposi settimanali.
Per questo le nuove regole, illustrate ieri dal presidente dell’Inps puntano a aumentare i controlli, attraverso un potente software (chiamato «Savio») e il confronto statistico tra milioni di certificati medici archiviati.
Le visite verranno ripetute anche due volte nello stesso giorno di fronte a casi sospetti:
in particolare se un lavoratore dovesse ammalarsi frequentemente di venerdì o di lunedì, la verifica sarà automatica, con controlli mirati.
«E la scelta di dove mandare i medici a fare le visite fiscali non sarà casuale», aggiunge Boeri sorridendo. Soddisfatta la ministra della Pa, Marianna Madia, che in un Tweet dice: «Dal primo settembre al via il Polo unico dell’Inps sulle visite fiscali, per un migliore impiego di risorse pubbliche».
E di fronte al fatto che gli statali in media si assentino il doppio dei dipendenti privati (rispettivamente quasi 11 giorni l’anno contro i 5), replica: «Anche per questo con la #RiformaPA abbiamo previsto una stretta su assenze reiterate e di massa».
Inoltre il fenomeno delle assenze per malattia tra gli statali è più accentuato nelle Isole e nel Sud, rispettivamente con 13,05 e 12,31 giorni.
Nel settore privato le assenze sono maggiori nel Mezzogiorno, con una media di 5,75 giorni.
Spiccano anche le differenze sui lavoratori non trovati in casa nel momento della visita fiscale: nel 2016 erano il 3,1% per il settore privato, il 9,7% per quello pubblico.
Per questo motivi Boeri chiede anche al governo Gentiloni di uniformare le fasce di reperibilità nei giorni di malattia dei lavoratori privati con quelle dei dipendenti pubblici passando così da quattro a sette ore al giorno.
Fino a oggi le visite mediche ai lavoratori malati venivano chieste dal datore di lavoro: da domani l’Inps si occuperà del settore privato e anche di quello pubblico che era controllato dai medici delle Asl.
Nel 2015 i lavoratori privati aveva poche probabilità di essere controllati: su 12 milioni di certificati di malattia, presentati, sono state fatte solo 600 mila visite (il 5%).
Per il pubblico l’Inps punta a superare questa percentuale e oltrepassare le 300 mila visite su circa 6 milioni di certificati raccolti. L’obiettivo dell’Istituto previdenziale è di raggiungere i 500 mila controlli l’anno.
«Per quest’anno possiamo contare su uno stanziamento di 17 milioni, ma a regime il finanziamento sarà di 50 milioni nel 2018 – ricorda Boeri -. Abbiamo una carenza di medici in alcune regioni, come la Lombardia, ma faremo presto un bando». (Corriere)