Il parroco di Lerici non lascia l'abito talare ed è di nuovo colpo di scena nella vicenda di don Pietro Corsi finito tra le polemiche per il messaggio sul femminicidio affisso sulla porta della chiesa di San Terenzo: «Donne, provocate gli istinti e cercate guai». «Mi prenderò un periodo di riposo e di riflessione – dice – ma non lascio la tonaca. Il comunicato arrivato giovedì mattina è, probabilmente, un fake» ha detto don Piero Corsi, sacerdote autore del volantino sul femminicidio.
LA SMENTITA – «Smentisco di voler lasciare l'abito talare e di aver inviato alcuna lettera alle agenzie di stampa nella quale comunicavo questa decisione» chiarisce don Piero Corsi precisando che «quanto scritto nel comunicato di questa mattina non l'ho inviato io ed è totalmente inventato». Quanto alla vicenda di cui è protagonista, don Corsi si dice «dispiaciuto per le ingiurie ricevute in questi giorni» ma ribadisce il «diritto di tutti a manifestare le proprie opinioni». Don Corsi ripete che il volantino esposto «non era altro che un articolo di giornale», si chiede se «ciò sia vietato» e ripete che «è stato letto in maniera parziale». Si dice arrabbiato per «il trattamento ricevuto» dalla stampa e per «le ingiurie subite» alle quali però si sono accompagnate «anche manifestazioni di solidarietà».
IL FATTO – Il parroco nel giorno di Natale aveva affisso sulla porta della chiesa l'estratto della lettera apostolica Mulieres dignitatem di vent'anni. La violenza sulle donne? Il femminicidio? È il risultato di continue provocazioni delle donne che vanno dal servire cibo freddo a tavola fino all'abbandono dei figli, passando per gli abiti succinti indossati «anche da donne mature». Il fatto ha scatenato polemiche ed era poi stato rimosso su ordine del vescovo di La Spezia Ernesto Palletti che lo aveva convocato per un chiarimento.
LA LETTERA – In mattinata era stata diffusa una lettera che sembrava un vero e proprio «mea culpa» e poi risultata falsa, firmata don Piero Corsi: «Con queste poche righe – si leggeva – dopo una notte insonne per il dolore e il rimorso per la giusta polemica causata dalla mia 'imprudente provocazione, nel rinnovare ancora più sentitamente le scuse non solo a tutte le donne colpite dal mio scritto ma anche a tutti coloro che si siano sentiti offesi dal mio operato o dalle mie parole»..
I CONTENUTI DEL VOLANTINO – Si è scatenata la polemica dopo l'affissione del volantino. «Una stampa fanatica e deviata attribuisce all'uomo che non accetterebbe la separazione la spinta alla violenza. Possibile che in un sol colpo gli uomini siano impazziti? Non lo crediamo. Il nodo sta nel fatto che le donne sempre più spesso provocano, cadono nell'arroganza, si credono autosufficienti e finiscono con esasperare le tensioni. Bambini abbandonati a loro stessi, case sporche, piatti in tavola freddi e da fast food, vestiti sudici. Dunque se una famiglia finisce a ramengo e si arriva al delitto (forma di violenza da condannare e punire con fermezza)spesso le responsabilità sono condivise». Nel volantino si esamina poi la questione della violenza sessuale: «Quante volte vediamo ragazze e signore mature circolare per strada con vestiti provocanti e succinti? Quanti tradimenti si consumano sui luoghi di lavoro, nelle palestre e nei cinema? Potrebbero farne a meno. Costoro provocano gli istinti peggiori e poi si arriva alla violenza o abuso sessuale (lo ribadiamo. Roba da mascalzoni). Facciano un sano esame di coscienza: forse questo ce lo siamo cercate anche noi?».
LE REAZIONI – È rivolta totale. Dopo l'ira del vescovo – «nel volantino si leggono motivazioni inaccettabili che vanno contro il comune sentire della Chiesa», tuona mons. Palletti – la presidente di Telefono Rosa, Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, chiede l'intervento del premier Monti e finanche del Papa: quel documento «lede la dignità delle donne e istiga alla violenza». E mentre viene chiuso il gruppo Facebook di don Corsi, sommerso dagli improperi degli utenti dopo che il contenuto dell' 'analisì sul femminicidio è stato diffuso via web, il sacerdote non demorde e al giornalista di RadioRai che lo intervista dice: «Non so se è un froc…o anche lei o meno: cosa prova quando vede una donna nuda?». Nella bufera che travolge il prete, l'unica voce a favore è proprio quella di Pontifex.it: «Questo innocente gesto ha dato inizio ad una sorta di crociata dei pezzenti messa in piedi da alcuni arroganti tuttologi dell'informazione», scrive il sito.
IL SINDACO DI LERICI – «Il volantino affisso da Don Corsi sulla bacheca della Chiesa, ci lascia sbigottiti e ci indigna profondamente» ha commentato il sindaco di Lerici Marco Caluri intervenendo sulla vicenda di Don Corsi. «Le affermazioni riportate – si legge in una nota del sindaco – sono estremamente gravi non solo perchè giustificano atti violenti contro le donne, ma sono molto pericolosi perchè ne inducono all'istigazione e ledono profondamente la dignità femminile, la parità di genere conquistata con fatica in ambito lavorativo, famigliare, politico, sociale e di tutto il vivere quotidiano».
Fonte: Corriere