I partiti, quando si tratta di recuperare la distanza che separa l'Italia dagli altri paesi in materia di new economy, si preoccupano più della tattica che della bontà dei contenuti. Più slogan, insomma, che fatti. E' il giudizio contenuto nello studio formulato da Marco Camisani Calzolari, imprenditore ed esperto delle dinamiche web, visto in anteprima dall'ANSA.
La situazione, dunque, non è delle migliori. "Nessun attore politico – si legge nel rapporto – dimostra di possedere una strategia per affrontare il comparto digitale".
Calzolari, già finito nell'occhio del ciclone per la radiografia scattata ai profili Twitter dei maggiori politici italiani, è infatti tornato a occuparsi del rapporto tra web e potere varando un "osservatorio sulle politiche per il digitale" che seguirà l'intera campagna elettorale.
La ricerca assegna anche dei 'voti' ai diversi programmi.
Il Popolo delle Libertà è risultato allora il 'primo della classe' con un bel 18 in pagella. I punteggi sono stati calcolati in base ai vantaggi che potranno avere le varie misure promesse per la Pubblica Amministrazione, le imprese e i cittadini. 14 le aree di intervento prese in considerazione dallo studio. Ovvero digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, utilizzo di software Open Source per la stessa PA, riduzione del Digital Divide, Smart City, Open Government, Open Data, Cloud Computing, Alfabetizzazione informatica, Agevolazioni fiscali per il digitale, Investimenti per le Startup, Cittadinanza digitale, Neutralità della rete, Accessibilità e infine Diffusione della banda larga.
Al secondo posto, con un bel 16, è finito il Partito Democratico. Che, a onor del vero, non ha ancora presentato l'ultima versione del suo programma è dunque potrebbe non aver detto l'ultima parola in materia di innovazione digitale.
La medaglia di bronzo (15 punti) è stata assegnata invece all'Italia dei Valori.
Quarto posto a parimerito (13 punti) per Scelta Civica con Monti e il Movimento 5 Stelle di Grillo, che pure ha fatto della rete il suo vessillo. Detto questo, non tutto è perduto. Calzolari evidenzia infatti le ampie convergenze – sorta di affinità elettive – presenti tra le forze in campo su determinate aree. Sarebbe dunque lecito sperare "in ampie maggioranze trasversali in Parlamento" su obiettivi specifici. Le buone notizie però finiscono qui. Il dossier conclude infatti che le proposte programmatiche dei partiti sono "ad oggi limitate e in forte arretrato tanto sui tempi che sulle reali esigenze del Paese". Troppo poco, insomma, e troppo tardi.
Fonte: Ansa