Circa la richiesta avanzata al governo tedesco da molti paesi di investire di piu’ per l’Europa “L’idea che la Germania possa dare una spinta alla congiuntura europea attraverso un programma di investimenti pubblici e’ ingenua. Da una parte – aggiunge – gli effetti di ricaduta economica sugli altri Paesi sono troppo bassi. Dall’altra per una crescita sostenibile sono determinanti le condizioni locali – intendo non solo strade e ponti, ma anche un’amministrazione ben funzionante, una giustizia efficiente e un elevato livello d’istuzione”. Quanto invece alla possibilita’ di un accordo a livello europeo per consentire agli Stati membri di ristrutturare il proprio settore bancario “Affrontare con decisione in Italia il problema dei crediti deteriorati rappresenta un’importante premessa affinche’ il sistema bancario possa adempiere senza limitazioni alla sua funzione economica, in quanto i crediti deteriorati rappresentano un ostacolo alla crescita. Cio’ pero’ non deve portare a distorcere la concorrenza o far si’ che proprietari e creditori possano sottrarsi alle loro responsabilita’ a danno dei contribuenti. Per questo devono essere rispettate le norme europee sugli aiuti di Stato e le disposizioni del Brrd (la direttiva sulla gestione delle crisi, ndr.). E, come ovunque in Europa, le banche devono verificare i loro modelli di business e ridurre i costi. Le uscite dal mercato non devono essere un tabu'”. Circa il protrarsi delle trattative per la Brexit “E’ indubbio che l’incertezza relativa al momento e alle modalita’ del divorzio pesino sull’economia. Per questo bisognerebbe far chiarezza quanto prima. Al tempo stesso l’uscita di un Paese dalla Ue e’ qualcosa che avviene per la prima volta e comporta negoziati complessi che devono svolgersi, nell’interesse di tutti, in modo equo. La Ue non dovrebbe stabilire una punizione esemplare ne’ puo’ esserci un precedente per il quale un Paese seleziona le parti a lui piu’ vantaggiose”.(AGI)